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Il peso falso
 
Il peso falso 2018-06-07 04:33:31 siti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    07 Giugno, 2018
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Una vita in fontiera

Romanzo breve del 1937, appartenente alla fase finale della produzione dell’autore e interamente dedicato ad un personaggio emblematico, un verificatore di pesi e di misure, perso in una dimensione geografica sospesa tra frontiera e assurdità, molto kafkiana. È la storia di una involuzione, di una discesa negli abissi, quasi contrapposta a quell’esaltante e amorale ascesa che invece caratterizza il protagonista di uno dei suoi romanzi brevi d’esordio, “La tela di ragno”. Anche qui troviamo un ex militare nostalgico, che per accontentare la moglie dismette i panni da sottufficiale in carriera da ben dodici anni, e si fa reintegrare dalla società civile. Gli spetta un incarico di diritto: sarà un verificatore di pesi e di misure a Szvaby, una sperduta cittadina di frontiera della Moravia. Qui inizia la sua storia, qui si compie la sua involuzione.
“Gli uomini muoiono per lo più senza sapere un solo granello di verità su se stessi. Magari la sapranno nell’altro mondo. Ad alcuni però è concesso, ancora in questa vita, di conoscere che cosa sono realmente. Lo conoscono di solito all’improvviso, e ne rimangono spaventati. A questo genere di uomini apparteneva il verificatore Eibenschütz”
In uno scenario ambientale ostile, fatto di stridenti disgeli dopo impietosi inverni e di fugaci estati, ruota un pugno di esistenze dedite al commercio, falsato da unità di misura utili alla mera sopravvivenza. Ad un peso falso corrisponde un inganno e ad esso un istinto di autoconservazione, su tutti impietoso il ligio e temuto impiegato statale. Il suo essere e il suo operare uno scontro fra etica e morale, fra legge e giustizia raccontato con uno stile sobrio e maturo. Per lui un occhio buono solo quando mostrerà le sue debolezze sprofondate nell’alcolismo, bellissime pagine anticipatorie dell’ultimo lavoro postumo dell’autore, “La leggenda del santo bevitore”. Lo consiglio per congedarsi da Roth se si ha una sufficiente conoscenza della sua produzione e se si predilige in essa la restituzione di un mondo sperduto là in qualche posto di frontiera nel cuore dell’est europeo.

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Commenti

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Grazie Laura, leggendo le tue recensioni mi hai fatto rivalutare un autore, Joseph Roth, che conoscevo poco e male.
In risposta ad un precedente commento
siti
07 Giugno, 2018
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Grazie a te per l'attenzione.
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