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RAPSODIA ANTICIPATORIA
L’ex sottotenente Theodor Lohse terminata la grande guerra torna ai ranghi: è ora uno studente di legge e un precettore inadeguato presso la ricca famiglia ebrea Efrussi. Fuori dalle gerarchie militari perde la sua identità, non c’è una regola cui riferirsi e la disciplina è un derivato della miseria di chi non può ambire a posizioni migliori. L’anonimato lo schiaccia e si nutre di sogni grandiosi di rivalsa. La stessa che anima chi non può soggiacere ai trattati di Versailles, la stessa che non può veder soccombere l’impero, la stessa che agogna la Repubblica, la stessa che vorrebbe la rivoluzione, la stessa che imputa ogni scacco agli ebrei. Odia e diventa violento. Si insinua negli ambienti che cospirano e tramano, cospira, trama, sospetta, tradisce e supera qualsiasi ideologia, fa sue certe posizioni, le impara perfino a memoria, con esse attira le folle ma lui lavora solo per se stesso. E l’odio cresce, si autoalimenta, straripa. Lui vuole la gloria, il suo nome sui giornali, il nazionalsocialismo è d’altronde solo un’idea, lui vuole il denaro, lui vuole essere come l’ebreo e comprarsi perfino uno come lui. Lui vuole il potere…
Tremendo affresco rapsodico di una scalata individuale alla ricerca di un ordine nuovo, terribilmente individualista e senza morale.
Romanzo storico-politico del 1923, tratteggia un’epoca, tutta vissuta da Roth, in una Berlino ben rappresentata, e anticipa un altro sogno tramutatosi in tragedia. Incompiuto, lascia il lettore in un crescendo di intrighi, complotti, attentati, fughe, invischiato e intrappolato come un insetto in attesa del ragno. Lui Roth, presentendo il fallimento della Repubblica di Weimer, vide lungo lasciando Berlino per Parigi.
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