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“ Eccola’ San Juan, davanti a noi “
La “ Corriera stravagante “, romanzo edito nel 1947 che si discosta dai più celebri di Steinbeck, ebbe un immediato successo di pubblico ed una tiepida accoglienza da parte della critica.
È il racconto di un travagliato ( per le condizioni meteo ) trasferimento in autobus verso l ‘ immaginaria città di San Juan ( al confine con il Messico ) da parte di un gruppo di passeggeri eterogenei e stravaganti in una rappresentazione in parte reale ed in parte allegorica della vita con protagonisti che ne accolgono e simboleggiano l’ essenza rappresentandone vizi e virtù.
Una cruda verità scoperchiata durante il viaggio, quando le proprie peculiarità sveleranno un universo caratteriale multiforme minuziosamente analizzato e mirabilmente rappresentato .
C’è una coppia ( proprietaria della stazione di servizio con relativo garage e pompa di benzina ) maritata da lungo tempo, un lui ( Juan ) che vede, giudica, considera, si diverte e una lei, ( Alice ), che non conosce vie di mezzo, ama, odia e detesta, alle spalle una gioventù ormai perduta e la rabbia ed il terrore di essere abbandonata.
C’è un ragazzino a servizio ( Fignolo ) martoriato dall’ acne e sovraccarico dei succhi concupiscenti dell’ adolescenza, una cameriera ( Norma ) inaccessibile, ingenua e sognatrice, con la parte migliore di se’ nascosta dietro i suoi occhi.
E poi i passeggeri della corriera Sweetheart, a cominciare dalla famiglia Pitchard, padre, madre e figlia, imprenditori e borghesi che vivono nella totale ignoranza della propria vicendevole vita affettiva, senza un vero affiatamento se non nel rispetto delle apparenze con legami ed amicizie sconosciuti e nascosti.
C’è una femme fatale, tale Camille, che finge di essere quello che gli altri vogliono che sia ma che è troppo esperta nell’ arte della vita, imbrattata dagli sguardi lascivi e dai turpi desideri maschili e stracolma del disprezzo e dell’ invidia femminile per potersi abbandonare alla semplice verità.
C’è un commesso viaggiatore ( Ernest Horton ), un reduce di guerra che parla continuamente d’ affari e si circonda di oggetti stravaganti ed un certo Van Bruins, un vecchio squallido ed insopportabile, che si astiene da qualsiasi rapporto umano se non per lamentarsi e dare inutili consigli.
E poi il viaggio su quell’ autobus che fa servizio dalla Svolta dei Ribelli a San Juan, sulla costa californiana del Pacifico, uno strano viaggio, in cui ogni cosa è andata storta sin dall’ inizio, tra nuvole che accumulano una grigia minaccia sull’ altra, una oscurità turchina che cala sulla campagna ed un fiume instabile e precoce, morto per una parte dell’ anno e mortale per l’ altra. Un percorso ad ostacoli che svela relazioni e personaggi spogliati di tutto e la verità, accompagnata da attesa, inganno, preoccupazione, noia, si mostrerà in tutta la propria umanità .
Attori consumati, un sistema relazionale che scoperchia interiorità nascoste, negate, una certa meschinità, egoismi, voluttà, desiderio di conoscenza, ansie evidenti, bugie, false identità, mentre qualcuno riflette sul proprio passato in un paese che non è il proprio e con un’ idea di fuga nella testa, qualcun altro vorrebbe evadere dalla famiglia sopraffatto dai propri desideri, c’è chi non sa cosa sarà del proprio domani e chi, rimasto solo, affoga nell’ alcool il dolore di una vita sepolta in campagna e ridotta ad un lavoraccio schifoso.
Si respirano sentimenti e relazioni nascenti, abbandoni precoci, gioiosi ritorni, persino l’ atroce sapore della sofferenza e della morte nella amara constatazione di come la gente invecchiando abbia timore di cose sempre più insignificanti e di come tutti noi siamo, per una volta almeno, degli avventurieri nella vita.
Steinbeck descrive un universo umano immutabile e cangiante, intriso di realismo sottile e sagace ironia, immerso nella forza devastante del paesaggio ed in un viaggio reale e relazionale che riporta a verità sepolte, alla propria essenza, ad un semplice soffio e senso vitale.
Tutto accade in un giorno non qualunque, ciascuno si è esposto, svelato e non sarà più lo stesso, c’è chi è cambiato, anche ritornando alla vita di sempre, qualcun altro forse ripartirà.
Ed allora ci si può domandare: …” quanto tempo posso fare durare questa giornata. Come un bastoncino di liquirizia devo attaccarmi a questo giorno fino a che non ne avrò un altro altrettanto bello “….
finché compare un gruppetto di luci, sperdute e solitarie nella notte, remote, fredde e tremule ed una voce che annuncia: …” Ecco la’ San Juan, davanti a noi”…