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Fede smarrita e ritrovata, la fragilità della vita
Nella piccola comunità di West Annet ( Maine, anni ‘50 ), rigida e conformista, di origine protestante, c’ è un nuovo predicatore, un oratore nato, vulnerabile, eroico, sensibile, carismatico, persino stoico agli occhi dei suoi parrocchiani.
Il suo nome è Tayler Caskey, un uomo piuttosto ostinato che sa sempre mantenere il controllo di se’ sopportando la cruda realtà con un’ aria di distaccata accettazione. La sua piccola comunità parrocchiale gli chiede di essere maestro, leader, esempio, di stare in chiesa con le spalle erette ed il mento puntato verso l’ alto.
Inserito in un reale problematico e controverso ha una vita privata che non gli ha riservato solo amore e dolcezza, ma un progressivo disfacimento famigliare accompagnato da un senso di fallimento personale. Vive i giuochi ricattatori di una madre egocentrica, il dolore muto della amata figlia Katherine ed il ricordo della compianta moglie Lauren, prematuramente scomparsa, una donna dall’ aria noncurante, una bella ragazza dal volto luminoso che talvolta diceva frasi fuori luogo a contraddire la calma e gentilezza di Tayler, quell’ essere conciliante che da sempre lo ha reso un grande oratore.
La gente lo ama, è da lui attratta, gli confida ansie e problematiche, ma qualcosa d’ improvviso si spezza, il mondo ovattato in cui ha vissuto con Lauren svanito per sempre ed un senso di disagio a tormentarlo mentre Katherine, introiettate le deficienze famigliari, è ingabbiata da sdegno affettivo ed enigmatico silenzio.
Ed allora quale fede e speranza si pongono, come vivere l’ intricato rapporto pubblico-privato, uomo di culto e padre affranto, quale il confine tra se’ e gli altri, verità e menzogna? Tyler non ha perduto la fede, è la fede che sembra averlo perduto e gli abitanti di West Annott si sentono da lui traditi e delusi.
Cominciano a diffondersi supposizioni e pettegolezzi a nascondere la meschinità della gente, a giustificare le proprie lamentele senza alcun senso di colpa, alterando la realtà dei fatti, costruendo artifici, manifestando il proprio sdegno, ma Tyler invidia gli altri e le loro famiglie desiderando allontanarsi dalla propria inadeguatezza.
La crisi personale e di fede è evidenziata da un mondo ormai senza Dio che vive della contrapposizione tra scienza psicologica e fede. Ed allora come si può servire Il Signore quando si ignora la causa dell’ amore dentro se stessi? Ecco che in un viaggio introspettivo ed in una ridefinizione personale e degli altri, Tyler Caskey capirà come sia complicato penetrare il segreto dell’ amore e quanto amiamo in modo imperfetto.
Le proprie fragilità ed un dolore opprimente espressione di un pianto irrefrenabile lo renderanno più umano, vulnerabile ma essenziale e vicino alla verità.
Ecco che l’ ansia di piacere ed una certa deferenza svaniranno mentre un senso di stanchezza lascerà il passo ad un autentico interesse per gli altri.
È allora che, focalizzato il proprio nucleo vitale, sarà possibile ricominciare, ed e’ allora che, dissolti pregiudizi, pettegolezzi, ansia e distacco, una neoconversione verso se stessi, Dio e gli altri si sarà fatta.
Un racconto lucido, vivo e pulsante, una rappresentazione che respira il cuore pulsante dei propri personaggi ed il mistero della vita, quella intricata relazione tra pubblico e privato, fede e coscienza, verità e menzogna, dolore e speranza, sondando l’ imperscrutabile ed indicando una possibile via salvifica, da ricercarsi come sempre facendo chiarezza dentro se stessi pur nella difficoltà di un reale crudele e pregiudiziale infarcito di perbenismo e conformismo, menzogna e soggettivismo, un muro ostinato ed ottuso da abbattere con la forza di fede, amore e condivisione.
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A me il libro è piaciuto solo abbastanza ; l'ho trovato certamente inferiore a "I ragazzi Burgess" che ho letto quasi in continuità con esso. Insomma, dalla Strout mi aspettavo di più.
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