Dettagli Recensione
Fior di birbante
Molto autocelebrativo, Educazione di una canaglia,
da brava canaglia tradisce presto le aspettative legittimamente nutribili nei confronti di un libro che prometterebbe di portare il lettore in visita nel microcosmo dei penitenziari statunitensi.
Attraverso il racconto in prima persona dell’autore, piuttosto che immergerci nelle estreme atmosfere della condizione di reclusione, sembriamo assistere indifesi alla roboante narrazione delle gesta del prode “fior di birbante” tra vari istituti detentivi fin dalla giovane età.
“Fior di birbante” sguscia tra una grata e l’altra con fare smargiasso, uscendo sempre incredibilmente appena ammaccato dalle percosse bibliche subite, fonte inestinguibile di battute sagaci anche quando il fiato dovrebbe scarseggiare, gagliardo nei faccia a faccia, intrepido e orgoglioso, ovunque rispettato dai galeotti più terribili.
Lungi dal sindacare sul realismo, quantunque sia stato fatto appello alla licenza romanzesca, la narrazione avrebbe forse giovato di una prospettiva meno incentrata sui fatti scarni e stereotipati e di una maggior caratterizzazione dei personaggi e degli spazi.
Se però gradite sintonizzarvi sulle onde di una personalissima epica ambientata in uno scenario insolito ai classici, probabilmente coglierete con favore la lettura di queste pagine.
Indicazioni utili
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