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Mostri con un'anima
Da una missione in Amazzonia viene portato nella Baltimora del 1962 un mutante a metà strada tra un uomo, un pesce ed un rettile. Capace di respirare sott'acqua, può per un breve periodo resistere anche all'aria. Dotato di gambe e braccia, ha anche branchie, una coda da lucertola e squame simili a quelle dei pesci. E' il deus branquia per i nativi dell'Amazzonia. diventa il devoniano per lo scienziato che lo esamina, la risorsa per il governo e la creatura per chi se ne innamora. Rinchiusa in una vasca e destinato ad essere sezionato la creatura fa il fortunato incontro con una serie di personaggi che come lui sono qualcosa di "diverso^ negli Stati Uniti degli anni "60. Elisa è una donna delle pulizie muta e col il collo attraversato da cicatrici, Zelda è un afroamericana sovrappeso, Giles è un omosessuale calvo e in età avanzata, infine Dimitri è una spia russa che ha ormai perso credito presso il proprio governo. Tutti condividono con la risorsa il loro essere dei mostri, degli abomini della natura, la cui esistenza vale ben poco. Il desiderio di salvare questo essere, che pur non essendo in grado di comunicare con le parole riesce comunque a stregarli li rende loro malgrado qualcosa che non sono mai stati: persone capaci di alzare la testa, guardare in faccia gli altri come fossero loro pari, decidere che la loro vita vale la pena di essere vissuta e per farlo mettono in gioco tutto. Un finale degno della miglior scrittrice di romanzi rosa ridimensiona il romanzo, ma pazienza.
Ho affrontato questo libro con una certa cautela, perché di solito non amo molto i fantasy. Pagina dopo pagina, mi sono ricreduta e l'ho trovato molto interessante. In tanto è difficile da catalogare, perché c'è sì una creatura che ha del sovrannaturale e quindi una buona dose di fantasia ci vuole. La storia però ruota per la maggior parte attorno alle reazioni che suscita attorno a sé. La follia dell'uomo che lo ha catturato è la reazione più evidente. una follia che alla fine fa sollevare la testa anche a sua moglie. Un'altra creatura vittima dei pregiudizi degli anni sessanta, che solo grazie alla violenza del marito trova la forza per smettere di essere una comparsa di secondaria importanza nella sua stessa vita. E poi ci sono tutti quelli che si sono "invaghiti" del deus e che ne sono stati ammaliati, assorbendone la forza per dare una svolta duratura alla loro esistenza. Una piccola porzione del volume potrebbe definirsi d'azione con inseguimenti, pallottole e salvataggi all'ultimo momento. A questa però si alternano momenti quasi da favola: Elisa e il Deus sono quasi la Bella e la bestia, o piuttosto Shrek e la sua Fiona. In definitiva un insieme di vari stili e di varie tipologie di narrativa. L'abilità degli autori però è quella di essere riusciti ad amalgamare tutto bene. Mi rendo conto rileggendo la mia recensione che ho descritto un pastrocchio con dentro di tutto. Non è così; tutto è lineare e, se non logico secondo i canoni normali, comunque possibile e spiegabile. La prosa pur essendo ricca e curata è facile da seguire, esaustiva nella spiegazioni: ogni parola al suo posto senza inutili orpelli, senza indulgere mai nel piacere di descrivere scene cruente o di effetto.
Amore e poesia per chi cerca quello, indagine psicologica per chi vuole questo e un compagno divertente, ma anche profondo per chi è alla ricerca di un libro di questo tipo.
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non ho visto il film quindi non ti so dire, però il libro merita
normalmente, solo vedendo la copertina l'avrei evitato anch'io, ma ho deciso di provare qualcosa di diverso e ho fatto bene Non è il "capolavoro" della letteratura, comunque è gradevole e meritevole di attenzione
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