Dettagli Recensione
Un grosso, gigantesco boh!
Premetto che è molto probabile che sia colpa mia se questo romanzo non mi è proprio piaciuto, dunque mi scuso con chi lo ha amato o apprezzato. Tuttavia, non posso fare altro che esprimere quella che è la mia opinione personale che, in quanto tale, è perfettamente opinabile, ma che non adatto in nessun modo per accontentare le masse.
Non so se mi sarei mai approcciato a questo libro, se non fosse che avevo da leggerlo come lettura condivisa, al circolo di lettura. Magari sì, magari no; sta' di fatto che ho trovato questa lettura assolutamente insopportabile.
Partiamo dallo stile: è evidente che quella di Queneau è una sfida alla lingua, alla letteratura tradizionale, e forse in francese la sua opera rende di più, ma personalmente non ho trovato nulla di entusiasmante in queste scelte lessicali. Ci sono un'infinità di vocaboli storpiati o inventati di sana pianta che, magari, se inseriti in una narrazione fatta in prima persona dalla protagonista (la piccola Zazie), avrebbero avuto più un senso, come accade in Arancia Meccanica o ne Il giovane Holden. In quei casi, la scelta lessicale è un veicolo fondamentale per la caratterizzazione dei protagonisti; in questo caso, invece, non fa altro che appesantire una lettura che dovrebbe essere leggera; perchè è chiaro che tutto il romanzo abbia un'impronta umoristica, che a quanto ho capito vuole proporre uno spaccato ironico della società parigina del tempo. Tutte le intenzioni dell'autore, almeno per quanto riguarda il mio caso, rimangono tali e non riescono veramente a coinvolgere, a far riflettere, o a far ridere. Basti pensare che il personaggio che mi ha fatto più ridere è un pappagallo che ripete sempre la stessa frase fino allo sfinimento.
Passiamo alla protagonista, Zazie: insopportabile e volgare fino all'inverosimile. Non che la cosa mi turbi, sia chiaro, ma non è null'altro che un ricettacolo di oscenità e poco più.
Per concludere, la trama non è altro che un susseguirsi di eventi e di incontri senza niente di speciale né di memorabile, alcuni addirittura ai limiti del surreale; per carità, non ho nulla contro il surreale, ma che almeno mi trasmetta qualcosa!
Insomma, per concludere, l'unico commento che sono riuscito a fare chiudendo il libro è stato: "Ma cosa ho appena letto? Boh!"
"Laggiù, oltre, un po' oltre, Place de la République, si accatastano le tombe dei parigini che furono, che salirono e scesero le scale, andarono e vennero per le vie e tanto fecero che alla fine sparirono. Un forcipe li introdusse, un carro funebre li porta via e la torre si arruginisce e il Pànteon si screpola più presto di quanto le ossa dei morti fin troppo presenti non si dissolvano nell'humus della città tutto impregnato di affanni."
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Commenti
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Vale.
Vale.
grazie! Sì, in molti mi hanno parlato molto bene del film. In effetti non fatico a credere che il film sia carico di gag, perché in fondo ne è pieno anche il libro; il problema è non mi hanno fatto ridere. Sarò lapidario, ma è così. È probabile che tramite il mezzo cinematografico siano rese meglio, dunque dovrei vedere il film e farmi un'idea, tuttavia sono restio perché data l'infelice esperienza col romanzo... beh, la cosa non mi entusiasma. Devo armarmi di molta forza di volontà!
Vale.
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ornella