Dettagli Recensione
Il trapassare non è cosa facile
Opera piaciuta moltissimo sin dalle prime pagine, per ben due motivi:
1 - il singolarissimo modo di scrivere dell'autore americano contemporaneo, George Saunders;
2 – un tema delicato, inconsueto, non certo inflazionato.
Lo scrittore ha qui preso un personaggio 'a caso' dalla storia d'America, l'assai noto Abramo Lincoln, per illustrarci con maestria l'accezione spirituale del termine 'bardo' attraverso la dolorosa vicenda privata (la morte di uno dei figli) del famoso Presidente.
Il 'bardo', per chi non lo sapesse, è quello stato intermedio dopo la morte in cui l'anima si separa dal corpo fisico, e quasi sempre lo fa mostrando ritrosia e sofferenza per la mancata accettazione della separazione dai propri cari ancora viventi, un periodo sospensivo che può durare dai pochi minuti sino a parecchio tempo.
E' un argomento toccante e assai personalizzabile: ci sarà difatti chi avrà da ridire sulla credibilità dell'inconsistente momento di latenza, chiamiamolo così, e chi essendo già convinto fautore del tema 'reincarnazione' non farà fatica nell'avanzamento della lettura.
Da sottolineare la stravaganza e l'originalità della tecnica con cui l'autore espone i vari punti di vista delle anime di purgatorio già da tempo presenti in quel limbo ove la coscienza si deforma e cambia orientamento, fantasmi che accoglieranno e guideranno lo spirito impaurito e 'bloccato' del piccolo Willie, morto di tifo ad appena undici anni.
E' questo il primo romanzo di Saunders, dopo molte raccolte di racconti, uscito negli Stati Uniti a febbraio 2017 pertanto da poco più di un anno.
Pare un esperimento riuscitissimo.
Ne consiglio vivamente la lettura, soprattutto nel caso in cui si abbia necessità di una totale diversificazione dalla classica narrativa.