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Per affrontare un’estate
Un lungo viaggio di scoperte, di formazione, di arricchimento. Un lungo viaggio per allacciare un legame profondo. Un uomo segnato dai lutti e dalle delusioni incontra per caso un padre disperato, e accetta di prendersi cura dei suoi due bambini. Un’adozione temporanea, che dovrebbe durare soltanto il tempo di una lunga vacanza estiva e invece si trasformerà in qualcosa di più, per due bambini che hanno un padre inaffidabile, per un padre che ha perso suo figlio da poco.
Per i bambini la presenza degli adulti è necessaria; per gli adulti la presenza dei bambini rappresenta la possibilità di crescere ancora, di crescere insieme, di capire, di andare oltre le abitudini che a volte ci rendono la strada più semplice, ma al tempo stesso, paradossalmente, ci incatenano, ci limitano. Il confronto tra età diverse è un’idea semplice ma feconda, che genera una storia apparentemente priva di complessità, ma ricchissima di questioni che spingono a rivisitare certezze troppo consolidate.
“Ci assumiamo un’infinità di piccoli rischi calcolati. Continuamente. Il 99,9% delle volte va tutto per il meglio.”
Che cos’è davvero la responsabilità? I viaggiatori devono affrontare sempre dei rischi, è inevitabile. A volte si evitano, a volte si accettano. L’incidente, la perdita può sempre accadere, in ogni momento, e quando accade si viene etichettati come colpevoli, ci si sente responsabili. Troppo spesso, una coincidenza fatale diventa una condanna irrevocabile, anche se tutti noi abbiamo messo in pericolo, più di una volta, la nostra vita e quella degli altri. Il concetto di responsabilità andrebbe rivisto, anche se, soprattutto in ambito legislativo, è un’operazione ardua: le intenzioni sono difficili da valutare, anche le migliori possono produrre disastri.
L’alcolismo, la dipendenza è un altro tema conduttore, un tema fecondo di dubbi e riflessioni. Quand’è che l’uso diventa abuso? Quand’è che si diventa alcolisti? Domande che non possono ottenere risposte convincenti: non esistono confini ben delineati, anche se noi sentiamo la necessità di tracciarli, forse perché non vogliamo ammettere l’importanza della casualità, che segna le conseguenze delle nostre azioni e condiziona pesantemente le nostre vite. La fortuna conta, conta moltissimo, conta sempre: anche se preferiremmo non farlo, dobbiamo ammetterlo; ma in seguito non è facile comprendere che proprio per questo la nostra volontà, così debole, assume un’importanza enorme.
Un romanzo dal linguaggio semplice, con qualche punta di sciatteria che si lascia perdonare, che si confonde con la quotidianità delle situazioni narrate. Una narrazione dal ritmo lento che però avvolge e cattura inesorabilmente, con personaggi dalla superficie ordinaria che che stupiscono e segnano per lo spessore delle loro azioni e delle loro parole. E nello sfondo, panorami indimenticabili, descrizioni che non lasciano indifferenti.
Una piccola grande storia, dal sapore indimenticabile.