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L'estranea
 
L'estranea 2018-03-31 06:45:48 Bruno Elpis
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    31 Marzo, 2018
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Tutto è in vendita, me l’ha detto il babbo

La storia del matrimonio tra Constance, L’estranea di Patrick McGrath, e Sidney è la confluenza di due opposti bisogni: da un lato (Constance) il desiderio di avere un padre da amare e mitizzare, protettivo, rassicurante; dall’altro lato (Sidney) la voglia di riscattare una duplice esperienza coniugale fallimentare, di assegnare una madre al proprio figlioletto, di salvare dal precipizio una personalità fragile e confusa (“Ma non sapeva ancora cos’aveva fatto, o cos’era, cosa rappresentava per lui, se non un’estranea che casualmente viveva sotto il suo stesso tetto: una trovatella”).

Se le nozze sembrano la foce naturale di queste esigenze convergenti, nella realtà il rapporto tra Constance e Sidney – entrambe voci narranti – si avvita su se stesso tra il senso dell’estraneità (“C’era un’atmosfera di rabbiosa intoccabilità, che mi interessava molto, e che secondo me nascondeva uno spaesamento e una ingenuità intimoriti”), i fantasmi del passato che aleggiano sulla vita di Constance, le furie della vendetta, dell’invidia (“Io dovevo prendere il posto di Iris e Constance avrebbe smesso di esistere”) e della rivincita, i lutti concatenati che affliggono Constance – ma anche Sidney - con sinistra ricorrenza.

Il romanzo scorre tra la doppia prospettiva che assume i toni ora della confessione, ora dell’analisi, ora della cronistoria biografica (“Continuo a non capire questa tua rabbia… Non so. Non ho voluto studiare medicina”), sullo sfondo della solita casa gotica (“La vecchia casa con la sua torretta su una collina lungo il fiume, e quella bellissima ragazza, chiaramente in fuga da chissà quali orrori patiti laggiù”) onnipresente nei romanzi di McGrath a rappresentare il sinistro e nebuloso passato che ha impresso traumi e lividi.

Giudizio finale: estraniante ed estraniato, alieno, psicanalitico.

Bruno Elpis

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