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Sguardo vivido ed onnipresente
Quando ha inizio questo racconto Del Jordan aveva solo nove anni, oggi viaggia e scava nelle profondità e nei solchi della memoria attraverso il proprio vissuto a Jubilee, cittadina dell’ Ontario bagnata dalle acque del Wawanash, così lontana dagli eco della storia ma vivida nel mostrare il proprio cuore pulsante.
Del vive esperienze alimentate dallo sguardo scanzonato e dall’ immaginario sconfinato di una bimba, ricorda volti e creature cercando di definirne le sembianze, all’ ombra di una madre dai comportamenti diretti e dotata di un candore disarmante, mutevole nel proprio mostrarsi, a cui la cultura non è servita a capire e a rapportarsi alla gente, ma pur sempre la propria madre.
La sua visione, crescendo, si fonda sul pensiero, in un mondo spesso retto da fortuna e perfidia ( lo zio Benny ), in cui conta la vita di tutti i giorni ( lo zio Craig ) o dove si raccontano storie per puro piacere personale ( zia Elspeth e zia Grace ).
È un tempo ( siamo negli anni ‘ 40 ) in cui vige ancora una netta separazione tra uomini e donne, in cui fratelli e sorelle mostrano solo affetto ed orgoglio reciproco, in cui una infinita’ di volti si affacciano e si dissolvono in una vita che respira di semplicità e naturalezza.
Del percepisce visibile ed invisibile, svaghi e rituali fragili e luminosi, tessuti insieme in una piccola città di provincia. La sua vita è emozione, sentimento, cultura, assorbe esperienze e rigetta inutili speranze, nutrita da un appetito freddo per i dettagli e da un desiderio illimitato di ascoltare storie. Quelle degli altri si odono volentieri, ma spesso sono famiglia e voce genitoriale a sospingerci verso il dolore, l’ oscurità, la perfidia, disattendendo aspettative o alimentando reiterati egoismi.
Eppure niente oggi sarebbe lo stesso senza sua madre e quella sua arcana autorità sul mondo, senza la di lei complicità ed approvazione. Una donna innamorata del sapere, con un lato assurdo e bizzarro, che decide di vendere enciclopedie, di scrivere lettere ai giornali, ma Del, pur disprezzandone il comportamento, sa di non essere tanto diversa da lei.
Gli anni consegnano esperienze e cambiamenti, la nascita della fede che potrebbe salvarla, l’ amore per lo studio e la letteratura, amicizie incondizionate, le prime fantasie amorose e sessuali, i sogni giovanili, il desiderio di gloria, la delusione dell’ amore carnale, la cruda realtà, la scrittura, la ribellione, la fine della scuola.
Immagini riemergono improvvise, diapositive proiettate sullo schermo caotico ed affollato del presente. Il proprio se’, forgiato dal flusso della vita, conserva una certa distanza tra la percezione dei fatti e gli stessi, in un mondo che consiglia alla vulnerabilità femminile prudenza ed amor proprio.
Del, che non vuole rivivere la verecondia ed il candore della madre, ne’ la nuova identità, petulante e noiosa dell’ amica Naomi, si domanderà che cosa sia una vita normale.
Forse, oltre una certa superbia da lei scambiata per sensibilità e bontà d’ animo, sarebbe più riposante essere come l’ amico Jerry, semplicemente se stessa, abbandonando contorni sfumati e mimetici, costretta a parlare di se’ in terza persona, lontana da tutto e da tutti, inscenando una falsa corresponsione dei sensi per amare ed essere amata.
Un processo di maturazione si è compiuto, la certezza di essere quello che si è e la volontà di narrare tante storie, quelle di Jubilee, tra gente che va e viene, si sposta, ricomincia da capo, vestita e consapevole del proprio autentico ruolo di narratrice.
Unica declinazione della Munro nella forma del romanzo, “La vita delle ragazze e delle donne” ( 1971 ) è un’ opera sublime che riconcilia con la letteratura d’ autore possedendone tutti i tratti definenti. Ottima ( come sempre ) la traduzione di Alice Basso, ogni singola espressione vive e si nutre di altro, allargando il semplice ristretto orizzonte della parola e dando voce ad una armoniosa presenza.
Del è una voce forte, unica, intraprendente, incredibilmente acuta, che traspira intelligenza e sensibilità intellettiva, isolata e superba, ma anche partecipe ed ascoltante. Ogni singolo personaggio è un piccolo mondo, un respiro soave, ogni oggetto pulsante, ogni luogo trasuda e vive di origini antiche.
Per questo l’ inizio di ogni capitolo pare sempre essere altro, un nuovo viaggio, un’ altra storia, o uno dei tanti racconti, ma non è semplice narrazione, descrizione accurata, o elenco di cose e di fatti, perché
.…”quel che volevo era ogni singola cosa, ogni strato di conversazione e pensiero, pennellata di luce su una corteccia d’ albero come su un muro, ogni odore, ogni buca, dolore, fessura, illusione, tenuti immobili, insieme: in un’ inestinguibile radiosità”…..