Dettagli Recensione
Un'altro "L'ombra del vento"? No, grazie...
Per amanti del genere e non nel senso che lo possano leggere solo loro con piacere, ma nel senso che solo loro riusciranno a cogliere appieno la grandezza di questo libro. Per coloro i quali hanno letto a breve distanza cronologica "Il gioco dell'angelo" e "L'ombra del vento" risulterà evidente la differenza tra i due libri, che lascia spiazzati: l'attacco è simile, il ritmo, che rischia di divenire marchio di fabbrica di Zafòn, è lento ma incalzante, inesorabile, la trama è avvolgente e l'intreccio di storie credibile; tuttavia pian piano ci si accorge che le attese per una sorta di novello "L'ombra del vento" non hanno semplicemente ragion d'essere: nonostante infatti l'ambientazione e lo stile, entrambi elementi che in "L'ombra del vento" avevano fatto innamorare e gridare al miracolo migliaia, se non milioni, di lettori, siano sempre gli stessi, andando avanti ci si accorge dell'opposizione tra i due libri: se nel primo gli elementi raccolti davano al mistero un'aria più confusionaria, ma anche più logica, nel secondo parto della mente di Zafòn si nota un'irrealtà sempre più imprescindibile, che sfocia in un finale che non avrebbe potuto essere diverso da ciò che è. Se amate i thriller realistici, non approcciate al libro come se foste di fronte ad un capolavoro; se invece è la storia ad intrigare, senza pregiudizi di sorta, leggetelo con gusto e non lasciatevi sfuggire passaggi, poichè la trama è intricatissima e la perdita di una sola parola può significare perdita di logica. In conclusione, Zafòn ci regala un'altra perla che, nonostante si distacchi dall'esordio folgorante dell'autore, sia per contenuto che per trama, nonostante i vari accostamenti possibili, va valutata senza paragoni e goduta in quanto, appunto, perla rara.