Dettagli Recensione
L'orrore con gli occhi di un bambino
La quarta di copertina di questo libro è fantastica, perché non ti racconta nulla del libro. E’ in linea con il mio modo di scegliere le letture, ovvero il lasciarsi prendere dal mix titolo-copertina, ed aspettarsi di tutto, perché in fondo ogni libro è un viaggio e solo dopo un viaggio puoi sapere cosa ti porti dentro. La storia è raccontata con gli occhi di Bruno, un bambino di nove anni, e, anche se molto presto capisci qual è il contesto storico e quali sono i fatti di cui è spettatore, ciò che più ti colpisce sono la semplicità, l’innocenza, la purezza, la delicatezza tipiche dei bambini. Dolcissima è l’amicizia con un altro bambino che compare nella storia, nato casualmente lo stesso giorno di Bruno, il paragone che naturalmente ti viene di fare fra i loro destini, l’aspettativa di quello che, in qualche modo, già ti aspetti che succeda alla fine, visto che sono due piccoli esploratori. Il tutto è raccontato in un modo tale che sembra quasi una favola. Ma una favola non è. E’ realtà. E’ storia. E purtroppo forse non solo storia.