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Nouvelle vague
Immaginate un'estate calda, languida, delle calette seminascoste dove corteggiarsi, una ragazzina oziosa, raffinata, svogliata, che in quell'estate scopre l'amore e che per noia e per spirito di ribellione alle convenzioni della vita borghese conduce un gioco tra amanti dall'esito tragico e imprevedibile.
Uno squarcio della Costa Azzurra del secondo dopoguerra, prima del turismo di massa, luminosa e intima, fa da scenario ad un romanzo torbido e all'epoca certamente moderno che venne messo all'indice dal Vaticano per il suo contenuto erotico e cinico. In effetti in un certo senso "Bonjour tristesse" potrebbe essere considerato il manifesto di un nuovo decadentismo, contemporaneo ma meno intellettuale di quello di Sartre e meno aristocratico di quello di Wilde, direi piuttosto disimpegnato e al femminile.
E' la cruda descrizione di dove può portare un astuto calcolo psicologico condotto con malizia e immaturità dalla protagonista, che peraltro fino alla fine alterna momenti di lucida intuizione ad altri di doloroso smarrimento, stati d'animo di deliziato compiacimento per la sua nuova capacità di manipolare le persone a sentimenti di tormentato pentimento, in cui ricorda proprio la triste parabola dell'autore del "De Profundis". Alla fine della vicenda rimangono soltanto la volontà di rimozione e una malinconica auto-indulgenza che assolvono sostanzialmente la protagonista.
Un romanzo affascinante dal vago sapore esistenzialistico e neo-realistico, che descrive un passaggio all'età adulta e a volerlo trasporre alla società, anticipa il naufragio del '68 e di altre rivoluzioni personali.
Indicazioni utili
Musicalmente rimanda al De André di "Rimini" che si rifece ai "Vitellini di Felloni", pardon ai "Vitelloni" di Fellini.