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La strada
 
La strada 2018-03-06 22:53:36 RadicidiCarta
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4.8
Stile 
 
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Contenuto 
 
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RadicidiCarta Opinione inserita da RadicidiCarta    07 Marzo, 2018
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Un piccolo capolavoro

"Ci dimentichiamo le cose che vorremmo ricordare e ricordiamo quelle che vorremmo dimenticare."

La strada è un romanzo apocalittico di Cormac McCarthy, che ha permesso all’autore di conquistare il premio Pulitzer nel 2007. Nello stesso anno è stato pubblicato da Einaudi e ristampato nel 2014. Nel 2009 è uscito nelle sale un adattamento cinematografico con Viggo Mortensen come protagonista.

La strada è un volume breve ma intenso, quasi estenuante, ambientato in un mondo ormai in rovina. La trama in realtà è semplicissima: un padre e un figlio viaggiano verso sud, cercando di arrivare al mare.
Quello che colpisce è, invece, il modo in cui McCarthy sviluppa questo breve horror post-apocalittico: l’autore lascia che i suoi personaggi si scontrino non con un antagonista “canonico”, ma con il bisogno di sopravvivere.

Lo stile essenziale dell’autore, la mancanza di fronzoli e descrizioni dettagliate, sembrano sottolineare la sensazione di morte che permea il mondo dove si muovono i protagonisti, amplificando l’angoscia che l’uomo e il bambino provano dopo giorni senza cibo e acqua.

PERSONAGGI

"Le storie che raccontava erano sospette. Non poteva ricostruire il mondo perduto per compiacerlo senza trasmettergli il dolore della perdita, e pensò che forse il bambino lo sapeva meglio di lui."

I protagonisti del libro sono due: un padre e un figlio. Non hanno nome, non ne hanno bisogno. Il padre è un’ombra, grigia quanto il mondo che li circonda, che cerca di non pensare al passato, ma non può fare a meno di rifugiarcisi, anche solo nelle storie che racconta al bambino. La sua vita, la sua intera esistenza sembra dipendere solo dal piccolo che lo accompagna.

Il figlio, invece, sembra completamente fuori luogo rispetto al mondo circostante: nonostante tutte le difficoltà, non perde mai il desiderio di aiutare gli altri, e soffre ogni volta che il padre è costretto ad uccidere un altro uomo o ad abbandonarlo lungo la strada. Il suo comportamento è talmente in antitesi rispetto al contesto, che più di una volta mi sono irritata, esattamente come il padre. Allo stesso tempo, però, la sua bontà lascia degli spiragli nella storia, la alleggerisce.

CONCLUSIONI

"Ciò che si altera ricordando ha comunque una sua realtà, che la si conosca o meno."

La strada è un libro che a volte ti colpisce come un pugno nello stomaco. Nonostante siano poco più di duecento pagine, la trama sia inesistente e l’autore non spieghi nulla dell’ambientazione, delle origini di tutta quella distruzione, la lotta per la sopravvivenza dei due protagonisti viene descritta in modo talmente realistico e semplice da entrare sottopelle.

Per tutta la lettura ho continuato a chiedermi che cosa avrei fatto io se fossi stata nei loro panni. Sarei andata avanti, sapendo che non c’è più la minima scintilla di speranza? Che cosa spinge questo uomo a continuare a camminare, ad andare avanti ogni giorno quando tutto quello che lo circonda è solo cenere e morte?

L’autore ci mette davanti alla brutalità dell’uomo, ci fa domandare fino a che punto l’essere umano potrebbe arrivare per sopravvivere: continueremmo a cercare di essere compassionevoli? Oppure diventeremmo dei mostri che rinchiudono in cantina i propri simili per farli a pezzi e cibarsi delle loro carni?
Ma non solo. McCarthy mette in primo piano anche il tema dei ricordi. In una situazione così disperata, quanto i ricordi sono un sollievo e quanto un peso?

La strada è un libro impegnativo e non sono sicura che sia adatto a tutti. Un lettore impressionabile potrebbe rimanere troppo colpito da alcune scene, anche se l’autore non si accanisce mai nelle descrizioni. Eppure ritengo che sia una lettura importante, una di quelle che più mi ha fatto riflettere, nonostante la scelta di non dare spiegazioni sull’ambientazione e sul bambino.
Proprio quest’ultimo è la risposta a molte delle domande che l’autore ci presenta nella sua opera. Sottolinea come, anche in mezzo all’apocalisse, si possa rimanere umani per quanto sia difficile. Non per nulla, sono pochissimi i personaggi che portano il fuoco.

"Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vorrà dire che ti sei arreso."

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Romanzo bello che, per gusto personale, m'è piaciuto poco.
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