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Dialoghi che creano una storia
Un romanzo fatto di dialoghi, parole fra amanti, parole tra persone o semplicemente frammenti di vite amorose. Forse non conta chi parla, a tratti ci si perde, ma le sole parole raccontano una storia, raccontano una vita, forse raccontano e basta, ma sicuramente, tutte queste parole hanno il pregio di farci essere lì con i protagonisti, quando si incontrano, quando fanno l’amore e subito dopo, quando ci dicono qualcosa di loro, di cosa pensano, di come vedono la vita, di come si amano e di come sia complesso vivere vite parallele. La brevità del libro ti porta a finirne la lettura e questo dà un senso a tutto, o forse confonde definitivamente quello che si era pensato fino a quel momento.
Non è il libro più bello che abbia letto, ma non mi spiace di averlo letto, perché Roth mette in piedi una storia con quasi nulla, parole, dialoghi che sono ben organizzati al punto che la storia ha un suo filo logico, i personaggi sono ben definiti nonostante tutto.
Il dubbio rimane, il Philip protagonista di questa storia, scrittore a sua volta, è un genio o una persona sincera, io non l’ho capito e questo dubbio mi ha colpito. Apprezzo le storie che lasciano una sensazione di incompletezza, perché il finale e il senso di tutto rimane esclusivamente una nostra scelta e non una decisione netta dell’autore.
Pochi ingredienti sono sufficienti a creare una storia, ma per fare questo bisogna essere grandi scrittori e credo che Roth lo sia, a prescindere da questo libro.