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L'inganno delle parole
Di Clara Sanchez avevo letto, con particolare compiacimento, Il profumo delle foglie di limone. Ora ho terminato la lettura de La forza imprevedibile delle parole edito nel 2017, ma che in realtà è stata la sua opera prima. E purtroppo il giudizio non è affatto buono. La lettura è stata pesante, la trama scombinata e poco lineare, il tutto gravato da una prosa pedante e scarsamente dialogica, priva di descrizioni minute sia delle ambientazioni che dei personaggi.
In una città che non è mai specificata sono coinvolti in strani e non meglio identificati tranelli Natalia, una bella e ricca casalinga di quarant’anni, con due figlie ormai adulte che sono lontane, stufa della solita routine matrimoniale; suo marito Costantino, che lavora di continuo ed è coinvolto in giri poco puliti di pietre preziose; Raul Montenegro, un uomo tanto affascinante quanto ambiguo, che conosce Natalia ad una festa e l’ammalia con le sue narrazioni; Matilde, una amica che organizza la festa galeotta; Buendia, un poliziotto sempre ubriaco, che però viene a contatto con una lettera compromettente che coinvolge in varie misure e modi tutti i predetti personaggi; Leopoldo, un fumatore che oltre a guardare pensieroso il mare, altro non fa; Ludmilla, giovane padrona di una piccola pensioncina, gravemente ammalata, contornata da persone alquanto opportuniste ed infide; ed infine Amando, giovane trentacinquenne che non lavora, studia lingue ed è innamorato di Raquelita. Tutti sono legati da un pericoloso connubio di ricatti, falsità e segreti inconfessabili. Matilde e Natalia, unite,
“scoprono che la verità è spesso al di là di quello che i nostri sensi ci comunicano e che bisogna imparare a comprendere la vita attraverso il coraggio e la forza che è dentro ognuno di noi.”.
Un romanzo sulle parole: quelle che sono urlate, che ti distruggono la vita, quelle scritte sui libri, le parole che la zia sussurra al fidanzato, le parole dei racconti dei nonni. Le parole pronunciate dalla
“voce che è il filtro del nostro spirito, dell’allegria, o della tristezza.”.
Questo nelle intenzioni dell’autrice, ma mi sa che sono stati solo dei meri propositi.