Dettagli Recensione
Vita, corsa, scrittura, legame indissolubile?
Corsa e scrittura apparentemente hanno poco da condividere, anzi paiono essere piuttosto antitetiche.
Da una parte una attività fisica protratta, lunghi allenamenti, tempi, sfide, competizione, sofferenza, vincitori e vinti, un unico gesto ripetuto all’ infinito.
Dall’ altra la ricerca di profondità insondabili, condita da creativita’, fantasia, microscopica osservazione del reale e dell’ immaginario, cura del particolare anche il più insignificante.
In realtà la preparazione e la dedizione necessaria per scrivere un libro, come Murakami sottolinea in questo collage di memorie, e’ la stessa richiesta per correre una maratona condividendone i requisiti, a partire da quel preciso stimolo interiore che non ricerca conferma in un giudizio esterno.
E poi un senso di beata solitudine, la contemplazione di un paesaggio interiore ed esteriore, lunghe ore di sospensione spazio-temporale corroborate dall’ ascolto di respiro e battito, da sensazioni che inducono una ricerca profonda, dalla sublimazione della fatica resa un piacere estremo.
Pazienza, scrupolosità, resistenza sono tutte caratteristiche definenti il buon podista, e sono le stesse esercitate da un autore nelle lunghe e solitarie ore di scrittura protratta.
Murakami si è fatto podista dopo i trent’anni, nello stesso momento in cui ha deciso di essere uno scrittore professionista, iniziando un sodalizio protrattosi per tutta la vita.
Ha appreso molto dall’ arte della corsa servendosene anche nell’ arte dello scrivere, influenzando ed indirizzando le proprie opere che altrimenti sarebbero state altro.
Le qualità principali di uno scrittore risiedono nel talento, nella concentrazione e nella perseveranza, la corsa è una metafora della vita che gli ha permesso, in un interscambio anima-materia, di raggiungere la consapevolezza di quello che ha e che conserva del proprio corpo con lo scorrere del tempo.
Il corridore che si allena costantemente sa di essere parte di un mondo a se’, impara ad ascoltare se stesso, il silenzio, la fatica, legge il proprio corpo e le sensazioni che gli rimanda, ne conosce ed accetta limiti e confini.
La corsa protratta in un gesto ripetuto che parrebbe sempre lo stesso ma che proprio per questo si tinge di unicità, diviene consapevolezza, condivisione solitaria, equilibrio e comprensione.
Ci insegna l’ attesa gaudente, l’ invecchiare con regolarità, senza competere con il tempo, ma solo con se stessi e con il piacere che ogni volta si rinnoverà.
Tra i corridori sussiste un tacito e sotteso senso di condivisione e di appartenenza, nello sforzo enorme di vincere la fatica riusciamo a provare la sensazione autentica di vivere, inserita nell’ azione stessa.
C’è un grande insegnamento che vale per tutti i campi della vita, ed è …”arrivare in un luogo che mi soddisfi…”, abbracciando strade differenti ( scrittura e corsa ), ma sempre con l’ identico fine.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |