Dettagli Recensione
la forza della solidarietà
Siamo a Belleville, un quartiere popolare e multietnico di Parigi negli anni Settanta. Al sesto piano di un vecchio condominio senza ascensore Madame Rosa, anziana prostituta ebrea, si occupa clandestinamente di un gruppo di bambini ai quali offre, in cambio di un compenso mensile, la possibilità di non finire in orfanotrofio. I piccoli sono “figli dell'errore”, aborti mancati che le colleghe di Madame Rosa hanno evitato di denunciare all'anagrafe per non rischiare di vederseli sottrarre dalle autorità.
Mohamed, protagonista e voce narrante di questa storia, è un ragazzino arabo di dieci anni che ricorda di essere giunto da madame Rosa quando era molto piccolo; sensibile e curioso, Momo riflette sull'esistenza con ingenuità ed ironia, ma soprattutto si chiede come mai la sua mamma non si sia mai presentata per riprenderlo con sé, anche solo per trascorrere con lui qualche ora. Crescendo Momo si affeziona a Madame Rosa come ad una madre, è partecipe delle angosce e delle paure che, sopravvissuta alla deportazione, ancora la turbano e la sostiene in un crescendo di cure e di attenzioni anche quando, ormai inferma e gravemente ammalata, Madame Rosa con tenacia si rifiuterà di farsi ricoverare in ospedale. “La vita davanti a sé” è una storia d'amore tenera e commovente tra una donna ed un bambino, la testimonianza di una molteplicità di gesti di affetto e di solidarietà, una possibilità di sentirsi parte di una famiglia anche al di là dei legami di sangue.
Pubblicato in Francia nel 1975 “La vita davanti a sé” è un romanzo che mi ha coinvolta e commossa e che ho apprezzato perché sottende temi di ordine sociale ed etico ancor oggi di grande interesse. L'autore ci presenta una società multietnica in cui i problemi non mancano (prostituzione, droga, violenza) ma in cui sono possibili il superamento del pregiudizio, l'accettazione della diversità e gesti di grande solidarietà. Ancora più attuale e controversa è la questione relativa al diritto di ogni persona di poter scegliere come vivere la malattia e la vecchiaia. Tra le righe si intuiscono temi quali l'angoscia del passare del tempo, la paura dell'infermità mentale e il timore della perdita dell'autonomia personale. Attraverso la voce di Madame Rosa, Gary invoca il diritto alla rinuncia alla medicalizzazione forzata e, senza citarla esplicitamente, auspica la possibilità di una scelta estrema ed indubbiamente discutibile quale l'eutanasia.
Tematiche scottanti che emergono con delicatezza da una voce narrante, quella del piccolo Momo, in un giusto equilibrio tra ironia e profonda malinconia, una voce che non drammatizza, ma nello stesso tempo evita di scadere nella superficialità.
“La vita davanti a sé” è un libro che si legge in modo rapido e scorrevole; i capitoli sono brevi, il linguaggio semplice e colloquiale. Un'ultima considerazione: avendo letto il testo sia in lingua originale sia in traduzione, consiglio se possibile di leggerlo in francese in quanto a mio avviso la versione italiana non rende appieno la freschezza e la spontaneità del linguaggio del piccolo protagonista.
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Commenti
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Elena
Sono davvero curiosa di farne la conoscenza.
A presto, Manuela
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