Dettagli Recensione
Canaglia!
Scritto a Cannes nel 1955 , pubblicato l’anno successivo e nel 1958 portato sullo schermo, in Italia anche censurato. È un romanzo atipico rispetto agli schemi abituali di Simenon, si tratta in sostanza di una sorta di diario privato che l’avvocato Gobillot, uno dei più celebri di Parigi, tiene dai primi di novembre al giorno di Santo Stefano. Lo scrive appunto in caso di disgrazia come se stesse istruendo, stavolta, la sua pratica personale e la scrittura è improntata allo stile caratteristico di tale linguaggio. In sostanza, ripercorrendo la sua vita e la brillante scalata sociale, priva di etica ed alimentata da un certo arrivismo, ci parla dello sconvolgimento che la sua stessa esistenza subisce in seguito all’incontro fortuito con la giovane Yvette. È un susseguirsi di udienze, impegni di lavoro, cene di rappresentanza organizzate dalla moglie e nei ritagli di tempo gli indispensabili incontri con la ragazza che presto si trova a difendersi dalla presenza invadente del suo ex. In realtà questo aspetto è volutamente enigmatico e su di esso, le vere intenzioni di Yvette, probabilmente si gioca l’interesse dell’intero scritto. La parte che avrebbe dovuto restituirci l’intima essenza del caro avvocato mi è parsa, purtroppo, mal gestita o forse disturbante per lo stesso ritratto che ne vien fuori. È comunque un personaggio negativo che non si imprime come altri personaggi del belga probabilmente perché, nonostante l’epilogo, cade in piedi mantenendo il suo ruolo di canaglia che difende le canaglie. A suo modo è comunque anch’egli un vinto ma, come dire, ne vien fuori imbattuto. Canaglia!
Indicazioni utili
- sì
- no