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La porta
 
La porta 2017-12-28 17:23:42 annamariabalzano43
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Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
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3.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    28 Dicembre, 2017
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Due donne, due mondi in contrapposizione.

Una narrazione incisiva, un’opera dura, difficile da definire romanzo, “La porta” di Magda Szabó fu pubblicata nel 1987. Due i personaggi principali al centro delle vicende raccontate, due donne forti e volitive, l’una l’opposto dell’altra. È il mondo del lavoro intellettuale della scrittrice Magda, che viene in conflitto con il mondo del lavoro manuale di Emerenc, domestica dal carattere scontroso e dispotico. Il rapporto individuo/società, vivi/morti, verità/ finzione, giustizia/ingiustizia è ampiamente affrontato e approfondito sullo sfondo appena accennato della drammatica storia dell’Ungheria del Novecento. Nelle parole di Emerenc, delusa dalle riprese del film alle quali aveva assistito, tutta l’amarezza di chi considera l’arte inganno e artificio: “Non c’era niente di vero, eravamo noi che muovevamo gli alberi, di cui si vedevano solo le chiome, usando dei trucchi, qualcuno aveva scattato le fotografie dall’elicottero che girava in tondo sopra il set, nemmeno i pioppi si muovevano, mentre lo spettatore avrebbe dovuto credere che l’intera foresta saltasse, ballasse, volteggiasse. Quella non era altro che menzogna, orrore.” Alla scrittrice l’arduo compito di spiegare la funzione dell’arte: “ Credeva forse che suscitare l’illusione della realtà non fosse arte?”
Nella personalità complessa e enigmatica di Emerenc il dualismo religiosità e ateismo trova una giustificazione nella sua spontanea attitudine cristiana di soccorrere il prossimo in difficoltà al di là di ogni professione di fede religiosa o politica, lei così scettica su una possibile vita dopo la morte, vuole tuttavia erigere una tomba monumentale per la sua famiglia: “Allora a che serve una tomba, Emerenc? Perché vuole riunire sua madre, suo padre, i gemelli in quella favolosa tomba? Se fosse come lei dice, basterebbe la malva sul bordo delle fosse. La gramigna.” “ Lei e la sua famiglia possono stare in mezzo alla malva, ma io e i miei morti no. I morti non sentono, ma pretendono rispetto e noi dobbiamo darglielo…”
In fondo, nonostante l’apparenza, è l’amore che muove Emerenc, che ne condiziona ogni azione, che ne scatena la passione e a tratti l’odio. È l’amore che la induce a chiudere il mondo fuori della sua porta di casa, a prodigarsi per tutti senza ammettere nessuno nella sua Città Proibita. Ed è proprio per aver troppo amato che si sente ripetutamente tradita, lei che alla base di ogni azione e ogni legame pone il concetto di lealtà e solidarietà.
Un libro profondo che indaga sugli enigmi dell’esistenza umana, nel tentativo di dare risposte agli interrogativi più inquietanti che da sempre affliggono l’umanità.

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Commenti

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siti
29 Dicembre, 2017
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Cosa ti ha lasciata perplessa in termini di piacevolezza? Lo devo ancora leggere ed è fra i miei desiderata, mi piacerebbe avere qualche indicazione in più. Ciao Anna Maria.
Gran bel commento, Anna Maria.
Ho letto e anche riletto questo libro : mi è piaciuto moltissimo. La rilettura è stata particolarmente proficua : mi ha aperto la porta per un'indagine 'autobiografica' del testo. Si dice che, in fondo, ognuno di noi ha un'unica storia da raccontare.
Si, Laura, vengo al punto. Il personaggio di Emerenc è molto spigoloso e il rapporto tra lei e Magda mi è risultato a volte irritante. La seconda parte del libro è sicuramente bellissima, certamente più vicina alle mie corde della prima. Ma è ovvio, il mio è un parere del tutto soggettivo.
È proprio vero Emilio, a volte una seconda lettura ci fa cogliere aspetti e particolari che non si erano apprezzati abbastanza in un primo momento.
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siti
29 Dicembre, 2017
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Grazie Anna Maria, preziosa, come sempre.
Grazie a te, Laura.
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