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Una sola Clare, tanti Henry...
Come si fa a parlare di questo romanzo? Da dove si inizia?
Complicato entrarci, difficile poi uscirci.
Leggere questo libro è un po' come vivere un'esperienza sensoriale, un vivere al di fuori dei vincoli spazio-temporali...e la piacevolezza o meno di tale esperienza dipenderà totalmente dalla voglia (e capacità) di lasciarsi andare, di perdere contatto con la realtà, di farsi coinvolgere da questo continuo andirivieni senza cercare di razionalizzare a tutti i costi, accettando l'idea di assistere ad una storia d'amore tra le più belle mai raccontate, una storia d'amore capace di vivere nel presente, nel passato e nel futuro...contemporaneamente.
Io, che posso essere pietra e carta velina, a seconda dei momenti, mi sono lasciata completamente sbrindellare da questa storia, da questo amore.
Voglia di romanticismo...
Voglia di favola...
L'elemento fantastico, che normalmente mi disturba, qui è stato fondamentale per sorreggere tutta la malinconia, la tristezza e la drammaticità di cui sono pregne le pagine.
E mi ha permesso di essere in un altrove coinvolgente, affascinante...e di emozionarmi.
Clare conosce Henry quando ha 6 anni e lui 36, poi si incontreranno "davvero", per la prima volta, rispettivamrnte a 20 e 28 anni...ma si amavano già nel passato di lei e nel futuro di lui.
Spiazzante eh.
Lui è affetto da una cronoalterazione genetica che lo porta a viaggiare nel tempo, ma non sa mai quando il viaggio avrà inizio, né dove andrà, né quanto tempo resterà via...
Questo gli consente di vivere situazioni che in realtà non ha mai vissuto, di raggiungere le persone amate in momenti importanti, quando ormai non ci sono più o addirittura prima ancora che nascano, di ritrovare "se stesso", di rivivere dolori mai superati, di amare in maniera totale nonostante le sue continue mancanze.
Ma vivere in un tempo diverso dal presente è anche terribile, perché lo rende prigioniero di ciò che già sa, di ciò che ha già vissuto...o consapevole di quello che verrà senza alcun potere di cambiarlo.
Perché il continuum spazio/temporale non può essere alterato in nessun modo...mai.
Non sapere rende liberi, ed Henry non lo è.
Una narrazione a due voci, un amore totale visto da due diverse prospettive, quella di chi c'è sempre e rimane in attesa, un'attesa che indipendentemente dalla sua durata è sempre un'eternità...e quella di chi va e viene, ma vorrebbe stare...o comunque non andare mai dove l'altro non ci sia.
Una sola Clare, tanti Henry...
Un mucchio di vestiti per terra da una parte...e un uomo nudo, inerme e alla mercé di un tempo ignoto da qualsiasi altra.
Amore, attesa, assenza, solitudini, amicizia, sesso, maternità, malattia, morte...tutto incastrato tra le righe, travestito da racconto fantastico.
Il tempo è tutto e non è nulla.
È capace di creare, unire, dividere, fortificare o distruggere qualsiasi cosa.
L'amore si nutre di tempo, tutto quello che trova...quello vissuto, quello perso, quello sognato e, per qualcuno, anche quello che non ci sarà mai.
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