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Musica e vita, quale destino?
William e’ un ventenne innamorato della musica, porta di accesso a mondi immaginari ed all’ universo dei ricordi. Una vita, la sua, piena di promesse ma sfiorita ben presto, quando ad otto anni, seduto di fronte al pianoforte, invece di suonare, guarda fuori dalla finestra distratto dal mondo.
Dovrebbe esercitarsi, studiare, impegnarsi, ma percepisce il senso della musica come un semplice soffio vitale appartenutogli da sempre e semplicemente da esternare; questa sarà la sua rovina, quel perpetuo stato di incertezza che gli impedirà di divenire un vero musicista, ma solo uno strimpellatore di sentimenti.
Ogni istante vive di afflato musicale e desiderio di esso, ed anche l’ amore per Madeleine, ragazza ingenua, pura, enigmatica, altera, così diversa da se’, ma questo fa parte del suo fascino, è inserito nel suo essere, perché William neppure ricorda la sostanza delle loro conversazioni.
Londra è una città dove vive di anonimato in un quartiere piuttosto lontano dalle proprie aspirazioni, un posto tenuto insieme da un triste spirito comunitario, dove tutti progettano la fuga ma dove rimarranno per sempre in attesa di un autobus che non passerà.
William è impiegato in un negozio di dischi nella City, ha lasciato la scuola per suonare in una band, gli Alaska Factory, un gruppo con uno scarso numero di seguaci composto per lo più da parenti e fidanzate.
Oltre uno scarso talento ed una minima possibilità di un contratto discografico in lui si insinuano pensieri di una vita ridotta male. Relazioni interrotte, senza nessun approdo ( Stacey ), il proprio rapporto declinato con Madeleine, ma forse da subito lei aveva capito con chi aveva a che fare.
Da quando le cose avevano preso un indirizzo sbagliato e si era insinuata una stanca famigliarità, peggiore della indifferenza? William fatica a ricordare, musica e vita si mescolano, un po’ caoticamente, come sempre, in una colonna sonora dai contorni indefiniti.
E poi c’ è Tina, la coinquilina, con la quale scambiarsi semplici messaggi, perché lei vive di notte e lui di giorno.
Una storia nella storia, un barbaro assassinio cui inopinatamente assistere con tinte thrilling a delineare nuovi contorni e la possibilità che tutto finisca per sempre, travolti da una colpa che non ci riguarda, o forse nulla è mai cominciato.
La realtà non è come sembra, e le persone che crediamo di conoscere si rivelano altro, con vite dolorose ed un terribile desiderio di vendetta celato.
C’’è un prima, insoddisfacente, inesplorato, confuso, ed un dopo, a distanza di anni, quando la vita ormai ha intrapreso una strada diversa con una certa fama acquisita .
Oggi, William vive di presente, di attimi, di altro, ( scrive e pare essersi allontanato dal mondo musicale ), inserito in un mondo avvezzo a conformismo e malcelata ironia a nascondere una malinconia di fondo.
Tutto è chiaro o così sembra, ma è solo una recita, e nel crudele giuoco della vita tanti ricordi riaffiorano con un senso di confusione protratto.
È uno stato che da sempre lo ha definito, una sospensione tragicomica tra realtà ed immaginario, offuscata da immagini dark ed ipnotismo in attesa di un verdetto definitivo, riportandolo ad una dimensione primaria.
Romanzo del 1990 inserito nel filone del primo Coe ( quello di “ Donna per caso “ e “ L’amore non guasta “ ), e William possiede i tratti di Robin e Maria ( i protagonisti degli altri due romanzi ), quella ingenua e malinconica venatura di attesa ed un reiterato senso di fallimento.
La colonna sonora dei sentimenti che accompagna lo scorrere dei suoi giorni, il sottile humour e l’ autoironia calati in una atmosfera sospesa tra vero e presunto, reale ed immaginario, ne hanno tracciato la via e prosegue il suo lungo viaggio sempre e comunque alla ricerca di se’.
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interessante come sempre il tuo commento ma questo autore non mi attira, avevo letto i racconti di "Disaccordi imperfetti" ma non mi avevano entusiasmata.