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Il ballo
 
Il ballo 2017-12-01 14:13:32 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    01 Dicembre, 2017
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Adesso siamo ricchi

Questo racconto di Irène Némirovsky è un gioiellino al veleno, crudele nella sua bellezza, prezioso per la densità dei suoi dialoghi rivelatori, che in poche distratte parole distruggono maschere e apparenze. Del resto, nell’ambiente che circonda la piccola Antoinette, l’ipocrisia è fragile come carta velina.

Antoinette ha quattordici anni, e desidera con feroce intensità di esplorare le gioie della vita adulta, in particolare quelle del sesso e dell’amore. Vuole brillare, gioire, uscire dalle paludi di impotenza e di noia dell’infanzia. Suo padre, “un piccolo ebreo scarno con gli occhi di fuoco”, è riuscito improvvisamente ad arricchirsi, ma questo per lei si traduce soprattutto in nuove pretese da soddisfare: regole da mettere in pratica, lezioni noiose, imposizioni e critiche: Antoinette deve imparare a muoversi, a parlare, soprattutto a mentire sulla povertà trascorsa.

Rosine, madre di Antoinette ed ex “dattilografa del capo”, è determinata a prendersi la rivincita sugli anni passati ad attendere l’arrivo di una nuova vita: la ricchezza è finalmente arrivata, ma la sua freschezza è agli sgoccioli e lei è ansiosa di spremere il meglio da quel che le rimane, di salvare il salvabile e godere il godibile, di “vivere”, di essere finalmente “felice”. E sua figlia Antoinette, ormai in età da marito? Lei deve rimanere fuori dai piedi. I baci rituali del risveglio e della buona notte che le somministra sono un rituale ormai svuotato di significato.

Malauguratamente, Antoinette e Rosine, madre e figlia, condividono e lo stesso preciso, identico e luccicante ideale di felicità: l’amore, anzi, “l’amante”, talmente usuale da rappresentare un’istituzione nella società francese del tempo. Madre e figlia, la stessa ansia, lo stesso desiderio.

Un desiderio che presto potrebbe realizzarsi: stanno per organizzare il primo, lussuosissimo, costosissimo ballo, che comprenderà ex prostitute sposate, arricchite e ripulite, blasonati e arricchiti, mariti e gigolo (“sono decorativi”), truffatori e corruttori, donne sposate e signorine acide per diffondere l’invidia... Un ballo che riflette fin nei minimi particolari la vastità del degrado che circonda la piccola famiglia appena arricchita: il sogno luccica ancora e produce ancora desiderio, ma mostra già il potenziale distruttivo.

Al ballo ci saranno tutti e di tutto, tranne Antoinette. Rosine è determinata: sua figlia dormirà in uno stanzino, in fondo al corridoio. La frustrazione della ragazza è direttamente proporzionale alla sua voglia di mordere i primi frutti della vita sessuale. Ma la madre non capisce, si illude, minimizza.
“La domerò, puoi giurarci...”
“Un ballo. Non ti inorgoglisce l’idea che i tuoi genitori diano un ballo? Non sei molto sveglia, temo, povera figlia mia”.
La rabbia di Antoinette produrrà effetti devastanti. E rivelatori. La famiglia ha conquistato il denaro, ma rimane priva non soltanto di valori e di affetti, ma perfino di solidarietà, obiettivi comuni, miti da conservare, apparenze da salvare.

Una piccola storia tragica, scandita da un ritmo perfetto e inesorabile che si consuma in un tempo breve, ma sufficiente a spaccare superfici ed esporre illusioni, brutture, miserie. Lo stupore della giovanissima protagonista di fronte alla fragilità degli adulti, quei mostri che tanto teme e tanto odia, riflette l’enormità della desolazione, della sconfitta di un’intera società.

Nelle opere successive non mancano i barlumi di speranza e di tenerezza, ma qui la penna di Némirovsky dimostra un’intelligenza lucida e spietata, che ferisce con il suo sarcasmo e non conosce perdono, redenzione, delicatezza. Da non perdere.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
romanzi dello stesso autore, letteratura francese contemporanea,
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Commenti

12 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2
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Bella recensione, Antonella!
Questo racconto è piaciuto molto anche a me! Mi devo decidere a leggere altro della Némirovsky! :)
Ciao Laura :) Ottima idea: io ho già letto moltissimo di Irène, senza provare mai una delusione!
Bella recensione, Antonella. La definizione di "gioiellino al veleno" è calzante. Fra i libri dell'autrice che ho letto è sicuramente quello che ho apprezzato di più, per la sua essenzialità e l'effetto 'teatrale' dell'ultima parte, senza nulla che pesi o che posi. Come avrai capito, la scrittrice non è affatto tra i miei autori preferiti.
Bellissima recensione, Antonella.
Grazie per la recensione. Me lo segno.
"Suite francese" mi è rimasto nel cuore e questo sarà il secondo libro dell'autrice che prima o poi leggerò.
Grazie mille Emilio! Il tuo commento è ancora più gradito, visto che non apprezzi molto la scrittura di Irène :)
Grazie Anna Maria! Ci ritroviamo sempre tra i romanzi :)
Ottima idea! Grazie e buona giornata :)
siti
03 Dicembre, 2017
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Bella recensione Antonella, lo leggerò anche perché mi piace la sua capacità di indagare l'animo umano negli aspetti meno edificanti.
Grazie Laura! Sì, la nostra Irène non ha paura di puntare la luce negli angoli più nascosti :)
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