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E se il meglio potesse ancora venire?
La sera è spesso il momento in cui ci si sofferma a pensare a ciò che si è vissuto durante la giornata, talvolta con soddisfazione, talvolta con malinconico rimpianto. E se ci rendessimo conto, al tramonto della nostra esistenza, di aver fatto le scelte sbagliate e di aver perso l'opportunità di essere veramente felici?
Ishiguro entra nei panni di Mr Stevens, un anziano maggiordomo inglese a cui viene concessa una settimana di vacanza nella quale egli decide di visitare le principali attrazioni della zona ed ammirare la grandezza della natura. Il viaggio è l'occasione per rivedere, dopo tanti anni, Miss Kenton (ormai Mrs Benn) che da giovane aveva prestato servizio, come governante, insieme a Mr Stevens presso la prestigiosa dimora di Lord Darlington. Il tragitto verso la Cornovaglia è per il maggiordomo un percorso a ritroso nel passato, la rievocazione dei prestigiosi anni in cui a Darlington Hall si decidevano le sorti dell'Europa, ma è soprattutto la presa di coscienza delle tappe fondamentali di una intera esistenza con la speranza di poter recuperare un'occasione perduta.
Scritto con una prosa impeccabile, uno stile elaborato ed un ritmo compassato ma non privo di un certo humor tipicamente inglese, il romanzo si presenta come il meticoloso diario di viaggio di un personaggio alquanto singolare e, per certi aspetti, irritante. Mr Stevens si esprime e si comporta in modo cerimonioso e studiato in ogni dettaglio: figlio di un maggiordomo, è stato educato a reprimere ogni emozione e a perseguire la “dignità” vista come adesione totale ad un ruolo che non consente mai di svestirsi dei propri panni professionali. In simbiosi con le esigenze del proprio padrone, Mr Stevens adempie alle sue mansioni con orgoglio, votato ad una missione che lo fa sentire, in un certo qual modo, parte della Storia. Abnegazione, irreprensibilità ed efficienza al prezzo di una profonda e completa solitudine. Impassibile sia di fronte alla morte di suo padre, sia nei confronti dei sentimenti di Miss Kenton, Mr Stevens rinuncia, di fatto, agli affetti familiari e all'amore.
Solo al tramonto dei suoi giorni pare rendersi conto degli errori commessi e delle occasioni mancate, alle volte in cui avrebbe potuto agire e parlare in modo diverso, a tutti i fraintendimenti creati, ai “piccoli incidenti” che hanno “reso irrealizzabili dei grandi sogni”. E' ancora possibile rimediare? Sembra chiedersi in extremis Mr Stevens. La risposta arriverà, ancora una volta, dalla saggezza di Miss Kenton: “Non si può più mettere indietro l'orologio. Non si può stare perennemente a pensare a quel che avrebbe potuto essere”. E allora, che fare? Nelle pagine finali di questo splendido romanzo Ishiguro ci invita alla consapevolezza e alla speranza: non esistono esistenze perfette e non ci resta che convincerci “che la nostra vita è altrettanto buona, forse addirittura migliore di quella della maggior parte delle persone, e di questo si deve essere grati” (p. 286).
Non ci rimane dunque che godere di quel che resta del giorno e far sì che la sera della vita possa essere la parte più bella della nostra esistenza.
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Commenti
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Non so se tutto ciò che ha scritto sia sullo stesso livello, ma questo romanzo a mio avviso merita!
Un caro saluto
Elena
Anche a me il libro è piaciuto moltissimo.
Non m'è parso però che Stevens rimpianga qualcosa : lui si è realizzato così. In questo intravedo qualcosa di molto giapponese . Mi sembra inoltre che la frase di saggezza che riporti a fine commento venga pronunciata da Stevens stesso durante la visita alla ex-collega.
Un caro saluto
Elena
Buona lettura! Aspetto il tuo parere.
Elena
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Dopo l'assegnazione del Nobel all'autore, mi è capitato di leggere spesso recensioni a questo romanzo; mi confermi che è un libro da leggere!