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Quel che resta del giorno
 
Quel che resta del giorno 2017-11-23 09:45:41 Elena72
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Elena72 Opinione inserita da Elena72    23 Novembre, 2017
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E se il meglio potesse ancora venire?

La sera è spesso il momento in cui ci si sofferma a pensare a ciò che si è vissuto durante la giornata, talvolta con soddisfazione, talvolta con malinconico rimpianto. E se ci rendessimo conto, al tramonto della nostra esistenza, di aver fatto le scelte sbagliate e di aver perso l'opportunità di essere veramente felici?

Ishiguro entra nei panni di Mr Stevens, un anziano maggiordomo inglese a cui viene concessa una settimana di vacanza nella quale egli decide di visitare le principali attrazioni della zona ed ammirare la grandezza della natura. Il viaggio è l'occasione per rivedere, dopo tanti anni, Miss Kenton (ormai Mrs Benn) che da giovane aveva prestato servizio, come governante, insieme a Mr Stevens presso la prestigiosa dimora di Lord Darlington. Il tragitto verso la Cornovaglia è per il maggiordomo un percorso a ritroso nel passato, la rievocazione dei prestigiosi anni in cui a Darlington Hall si decidevano le sorti dell'Europa, ma è soprattutto la presa di coscienza delle tappe fondamentali di una intera esistenza con la speranza di poter recuperare un'occasione perduta.

Scritto con una prosa impeccabile, uno stile elaborato ed un ritmo compassato ma non privo di un certo humor tipicamente inglese, il romanzo si presenta come il meticoloso diario di viaggio di un personaggio alquanto singolare e, per certi aspetti, irritante. Mr Stevens si esprime e si comporta in modo cerimonioso e studiato in ogni dettaglio: figlio di un maggiordomo, è stato educato a reprimere ogni emozione e a perseguire la “dignità” vista come adesione totale ad un ruolo che non consente mai di svestirsi dei propri panni professionali. In simbiosi con le esigenze del proprio padrone, Mr Stevens adempie alle sue mansioni con orgoglio, votato ad una missione che lo fa sentire, in un certo qual modo, parte della Storia. Abnegazione, irreprensibilità ed efficienza al prezzo di una profonda e completa solitudine. Impassibile sia di fronte alla morte di suo padre, sia nei confronti dei sentimenti di Miss Kenton, Mr Stevens rinuncia, di fatto, agli affetti familiari e all'amore.

Solo al tramonto dei suoi giorni pare rendersi conto degli errori commessi e delle occasioni mancate, alle volte in cui avrebbe potuto agire e parlare in modo diverso, a tutti i fraintendimenti creati, ai “piccoli incidenti” che hanno “reso irrealizzabili dei grandi sogni”. E' ancora possibile rimediare? Sembra chiedersi in extremis Mr Stevens. La risposta arriverà, ancora una volta, dalla saggezza di Miss Kenton: “Non si può più mettere indietro l'orologio. Non si può stare perennemente a pensare a quel che avrebbe potuto essere”. E allora, che fare? Nelle pagine finali di questo splendido romanzo Ishiguro ci invita alla consapevolezza e alla speranza: non esistono esistenze perfette e non ci resta che convincerci “che la nostra vita è altrettanto buona, forse addirittura migliore di quella della maggior parte delle persone, e di questo si deve essere grati” (p. 286).
Non ci rimane dunque che godere di quel che resta del giorno e far sì che la sera della vita possa essere la parte più bella della nostra esistenza.

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Commenti

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Complimenti, Elena, per questa recensione!
Dopo l'assegnazione del Nobel all'autore, mi è capitato di leggere spesso recensioni a questo romanzo; mi confermi che è un libro da leggere!
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Elena72
23 Novembre, 2017
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Grazie Laura! Se non gli fosse stato conferito il Nobel probabilmente non lo avrei preso in considerazione e avrei perso l'occasione di scoprire un autore che mi ha piacevolmente colpita sia per lo stile sia per le tematiche affrontate.
Non so se tutto ciò che ha scritto sia sullo stesso livello, ma questo romanzo a mio avviso merita!
Un caro saluto
Elena
Bella recensione, Elena.
Anche a me il libro è piaciuto moltissimo.
Non m'è parso però che Stevens rimpianga qualcosa : lui si è realizzato così. In questo intravedo qualcosa di molto giapponese . Mi sembra inoltre che la frase di saggezza che riporti a fine commento venga pronunciata da Stevens stesso durante la visita alla ex-collega.
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Elena72
23 Novembre, 2017
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Grazie Emilio, nel dubbio sono andata a rivedere le pag. 286-287 da cui ho tratto la citazione e ho verificato che è proprio Miss Kenton a pronunciare quelle parole; Mr Stevens ne riprende poi il contenuto dopo aver provato "un certo grado di rammarico" per cui ne ho dedotto che avesse sperato in una diversa evoluzione del loro rapporto. È un romanzo che gioca molto sui silenzi e sulle parole spesso poco sincere di Mr Stevens (basti pensare che più di una volta nega addirittura di aver conosciuto Lord Darlington). Mr Stevens resta coerente al suo ruolo fino in fondo, ma a mio parere con un po' di tristezza nel cuore. È ovviamente solo una mia sensazione.
Un caro saluto
Elena
Bravissima come sempre Elena! Bella recensione. Sto leggendo anch'io questo libro ma sono solo alle prime pagine. Per ora ho notato soltanto lo stile elaborato e il ritmo compassato.
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Elena72
24 Novembre, 2017
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Grazie Chiara! All'inizio del libro ti confesso che ero quasi infastidita da uno stile così elaborato, poi ho capito che era funzionale al personaggio e ho iniziato ad apprezzarlo; il modo di esprimersi di Mr Stevens è lo specchio della sua personalità. L'intreccio coinvolge proseguendo nella lettura, si svela lentamente, in un crescendo, via via che Mr Stevens si allontana da Darlington Hall e si riavvicina a Miss Kenton.
Buona lettura! Aspetto il tuo parere.
Elena
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