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Invisible monsters
 
Invisible monsters 2017-11-22 22:59:30 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Novembre, 2017
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La folle corsa di Shannon

Un noto proverbio insegna che “l’apparenza inganna”. E non potrebbe esserci espressione più azzeccata per introdurre questo romanzo, dove nessun personaggio è realmente come si mostra in un primo momento. Palahniuk si diverte ad ingannare il lettore con il mistero del mancato assassinio della protagonista, mentre alla fine dei conti non si può essere certi neppure di conoscere davvero la protagonista stessa.
L’intreccio narrativo è molto complesso, dal momento che la trama non presenta gli eventi in ordine cronologico e più volte ripresenta le stesse scene; così ogni capitolo risulta comporto da due o più avvenimenti, divisi in brevi frammenti e poi intrecciati assieme. Sulla base di questa azzardata scelta stilistica, l’autore crea una caotica matassa di eventi, per poi dipanarla con maestria al momento di svelare gli eccellenti colpi di scena che caratterizzano soprattutto la seconda metà del volume.
La storia è a dir poco bizzarra, tant’è che si inizia dalle scene finali: Shannon, la protagonista, è una giovane modella della vita quasi idilliaca, con un fidanzato perfetto, un’amica del cuore perfetta e un lavoro perfetto. Bastano poche pagine perché al lettore sia concesso di sbirciare sotto questa patina dorata e scorgere un fratello capace di rubarle l’attenzione dei genitori anche da morto, una storia d’amore a senso unico e una bellezza che anziché renderla felice la perseguita.
L’avvenenza di Shannon non è destinata a durare; quando un misterioso sparo la sfigura il volto, la ragazza perderà tutto ciò che aveva più caro. Ad aiutarla, come una novella fata madrina, sarà la Principessa Brandy Alexander, un transessuale che la protagonista incontra in ospedale e con cui partirà in un assurdo viaggio dalla meta incerta.
In generale, tutti i personaggi appaiono cinici e disillusi, arrivando ad limite del grottesco, come ne caso di suor Katherine, l’infermiera che tenta in tutti i modi di trovare un nuovo amore per Shannon, fosse anche un galeotto.
A rendere ancor più surreali i personaggi contribuiscono i dialoghi che lasciano spesso il lettore interdetto perché espressi da figure inaspettate: ad esempio, i genitori della protagonista che non si imbarazzano minimamente nel regalarle preservativi o darle dettagliati consigli riguardo la sua vita sessuale. Palahniuk riesce così a rendere quelli che altrimenti sarebbero i personaggi più “normali”, bizzarri al punto di lasciare la traccia più importante sul lettore.
Per quanto riguarda la protagonista, in lei si incarna il vero spirito del romanzo: nasconde di proposito importanti dettagli al lettore, mentre ne rivela altri in modo del tutto inatteso. Dal momento che che Shannon è la voce narrante degli eventi, può giocare con il lettore decidendo dove dirigere la sua attenzione: la protagonista si rivolge infatti in modo diretto a chi legge, dando degli ordini come se parlasse ad un cameraman o ad un tecnico delle luci a cui indicare la scena da mettere a fuoco in quel momento.
In questo romanzo, Palahniuk tocca moltissime tematiche tra le quali spicca prepotente una dura critica alla società contemporanea, in cui l’immagine determina il successo personale ben più del carattere o delle reali capacità. L’autore affronta anche altri temi che, come le svolte della trama, si rivelano meglio con il proseguo della storia e di certo portano a riflettere su questa grottesca allegoria del mondo reale.
Come già accennato, lo stile di Palahniuk è molto particolare, e non solo per la narrazione frammentaria, ma anche per le ripetizioni quasi ossessive di alcune frasi o per il modo in cui richiama l’attenzione del lettore. Da questo punto di vista, l’edizione Mondadori presenta una sinossi fin troppo semplificata che impedisce al lettore di iniziare la lettura preparato a dovere.

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