Dettagli Recensione
una disarmonia tra uomo e società
Era da tempo che un libro non mi coinvolgeva così profondamente: fin dalle prime pagine sono stata rapita dal misterioso intreccio, dall'accurata caratterizzazione psicologica dei personaggi, dallo stile sobrio e pacato, ma soprattutto sono rimasta turbata dalle inquietanti tematiche affrontate e dagli interrogativi spiazzanti che ancora risuonano nella mia testa.
La storia è narrata in prima persona da Kathy H., giovane “assistente” di misteriosi “donatori”; la ragazza, stanca ma orgogliosa del suo ruolo, nella prima parte del romanzo in un lungo flashback ricorda la sua felice infanzia ad Hailsham, un college immerso nella verde campagna inglese. In quel luogo austero, centinaia di bambini imparano ad aver cura della propria salute e si dedicano ad attività ricreative ed artistiche. I giovani ospiti non hanno genitori, vengono costantemente sorvegliati ed intuiscono di non poter fuggire né da quel luogo, né dal destino per il quale sono stati programmati. Kathy rievoca con nostalgia il suo profondo legame con Ruth e Tommy, divenuti per lei più che amici e con i quali avrebbe desiderato vivere per sempre.
Nella seconda parte del libro i tre ragazzi, ormai adolescenti, si trasferiscono in un cottage in cui, mantenuti dallo Stato, con altri giovani concludono la loro formazione in attesa di diventare prima “assistenti” e infine “donatori”. Tommy e Ruth sono legati da un instabile rapporto di coppia, minato dal profondo legame di Tommy con Kathy che, per rispetto dell'amica, rinuncia ad ammettere i propri sentimenti. Ai giovani del cottage (ed anche al lettore) si fa sempre più lampante un'atroce verità: Kathy, Tommy e Ruth sono cloni, esseri sterili concepiti in provetta, obbligati a donare i loro organi vitali per garantire la salute agli umani considerati di razza superiore.
Nella terza parte, il romanzo prende una svolta tragica: Kathy lascia il cottage per diventare assistente, mentre Ruth e Tommy iniziano le loro donazioni. Il destino li farà rincontrare quando le loro sorti saranno oramai inevitabilmente segnate, senza speranze per il futuro e consapevoli di un passato che, forse, avrebbe potuto essere diverso.
Kathy, Tommy e Ruth sono eroi tragici: accettano con stoica abnegazione il ruolo che la società ha loro assegnato. Dotati di grande sensibilità, non rinunciano ad interrogarsi sulla loro sorte, indagano alla ricerca della verità e cercano, seppur debolmente, di opporsi al destino appellandosi all'arte e all'amore che si riveleranno, per loro, solo mere e fugaci consolazioni.
“Non lasciarmi” è un testo ucronico che si presta a numerose chiavi interpretative: può essere una rilettura del passato (Hailsham ricorda certi esperimenti fatti nei campi di concentramento nazisti) o l'anticipazione di una società in cui in nome della scienza è legittimo compiere le atrocità descritte nel libro. “Non lasciarmi” può però anche essere visto come la metafora del mondo attuale in cui è ancora utopistico garantire a tutti un'istruzione, la possibilità di scegliere un lavoro dignitoso e il diritto di vivere perseguendo i propri sogni.
Potrebbe infine essere data anche una lettura in chiave psicologica, più intima e personale in cui le parti del libro alludono alle tre fasi dell'esistenza: l'infanzia che ripone fiducia nel futuro, la giovinezza che costringe a prendere coscienza della realtà e la maturità che ormai lascia spazio solo al rimpianto.
Concludo riportando le parole pronunciate dalla presidente della commissione che ha attribuito quest'anno ad Ishiguro il premio Nobel per la letteratura: “nei suoi romanzi di grande forza emotiva ha svelato l’abisso al di là dell’apparente senso di connessione nel mondo”; non posso che consigliarne caldamente la lettura.
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Aspetto un tuo parere.
Elena
Elena
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Sono fra gli estimatori del più recente Premio Nobel. Ho di proposito evitato la lettura di questo libro per non coinvolgermi emotivamente nel tema trattato. Intanto aspetto una sua nuova pubblicazione.