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il rifugio del non-essere
Una vicenda di lutto e di sospetto narrata da una prospettiva privilegiata quella raccontata da Ian Mc Ewan nel libro Nel guscio: un nascituro, un eroe –non nato dall’orecchio affilato e teso dipana una tragica detective story nella manciata di giorni che separano il “suo” esserci dal suo protetto “non esserci. “.
L’Amleto del XXI secolo, a testa in giù, si muove con cautela nel suo rassicurante liquido amniotico, percepisce profumi, miasmi, dà sfogo alla sua immaginazione, testimone involontario di un crimine. Un eroe tragico moderno che si dibatte nel dubbio se sia possibile vivere in un mondo corrotto e violento o sia meglio non nascere, dilaniato tra l’amore incondizionato per la madre e la consapevolezza del suo non-amore. In uno scenario spoglio ma complesso, una virtualità sospesa tra il percepito e l’insondabile, compie un viaggio mentale e fisico particolarmente crudo. Un flusso di coscienza alterna crudezze a disillusioni, uno spirito narrante alterna umorismo a situazioni paradossali, lotta per accedere ad una vita donatagli e sottrattagli in un viaggio che impone riflessioni dolorose: il senso della famiglia, l’egoismo, le barriere fisiche e mentali. Con una straordinaria capacità speculativa offre pagine bellissime con uno spaccato sull’Europa tra guerre, povertà, immigrazione, mutamenti climatici.
“La vecchia Europa si gioca a testa e croce i propri sogni, incerta tra paure e compassione, accoglienza e rifiuto.”
Surreale, certo, ma ironico, sarcastico, sentimentale, ha il respiro di una apparente intimità (violata), una narrazione centellinata, monologhi sferzanti. Il legittimo marito di Trudy, la donna con gravidanza a termine, John Cairncross, è un poeta povero e sconosciuto, il fratello di lui, il ricco e becero Claude, agente immobiliare, è l’amante della cognata e i due progettano il crimine per eliminare John ed ereditare l’edificio georgiano di inestimabile valore.
Una scrittura elegante, chirurgica, dalle ceneri di una storia abusata estrae una superficie cristallina e proprio nella figura dello sventurato John, poeta e studioso di Keats, legato ad un mondo di arte e bellezza, Mc Ewan esalta la funzione della letteratura e della poesia che dovrebbero mettere ordine nel caos di un mondo degradato.
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