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Esseri viventi morenti
Questa è un’autrice che o amo o odio. In questo libro, che ho scoperto essere il suo primo romanzo, l’ho sia odiata, perché ci sono parti dove la volgarità è, per i miei gusti, eccessiva e fuori luogo, sia amata, perché, nella stessa storia di Clarissa e Pamela che ho prima maldigerito, ho poi scoperto semi di messaggi molto positivi che l’autrice ha voluto lasciare. La storia in Exit è originale: racconta la vita di persone che scelgono la morte e vogliono un aiuto esterno per varcare la soglia oscura, scegliendo un modo originale per andarsene di proprio pugno. Gli ospiti di questa casa sono accomunati da una profonda delusione esistenziale, il che rende la lettura estremamente malinconica. E se da una parte è vero che la fantasia è il vero segreto del progetto Exit, non bisogna dimenticare che, al di là delle scenografie, tutte queste sono persone che ad un certo punto della loro vita, per ragioni diverse, scelgono di morire, perché sono convinte che la morte sia meglio della vita che si ritrovano a vivere. Questo induce a profonde riflessioni umane. La parte più bella è il mondo che si apre conoscendo ognuno di loro, perchè ogni uomo è davvero un mondo.
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Elena
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