Dettagli Recensione
A tempo perso
Nella postfazione si parla di “una delle prime prose veramente moderne della letteratura ebraica”, ed è probabilmente questa l'unica caratteristica degna di nota di un racconto abbastanza piatto. La descrizione della riviera francese nel pieno della stagione balneare è ben scritta ma un po' ripetitiva, i personaggi secondari sono tutti presentati in una delle prime pagine e, ad eccezione di una donna pelosa di rara bellezza, non destano alcun interesse. I due protagonisti sembrano marionette di cui lo scrittore non sa bene cosa fare, il richiamo dei sensi resta pudicamente sullo sfondo, appena tratteggiato, e tra spiagge assolate e barche che veleggiano sul mare azzurro la noia, anche quella del lettore, è sempre in agguato mentre si aspetta che qualcosa accada. La scena che dovrebbe in qualche modo segnare un punto di rottura è tratteggiata in maniera troppo approssimativa per risultare coinvolgente e credibile. L'impianto narrativo è tutto sommato solido, ma con pochi contenuti; un racconto scritto a tempo perso da un poeta, forse.