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Il museo dell'innocenza
 
Il museo dell'innocenza 2017-10-29 22:39:10 Laura V.
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Laura V. Opinione inserita da Laura V.    30 Ottobre, 2017
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Felicità mancate

“In realtà, nessuno si rende conto di vivere l’istante più felice della propria vita nell’attimo in cui lo sta vivendo”

Non ho contato quante volte compaia, ma ho il sospetto che la parola “felicità” sia quella che ricorra più spesso in questo romanzo.
Eppure Kemal, il protagonista, finisce per avere una vita tutt’altro che felice. Non che non l’abbia mai conosciuta, la felicità, solo che non ha saputo riconoscerla quando gli si è presentata. O forse, più semplicemente, non ha voluto vederla, preso com’era dalla sua vita di allora che credeva perfetta con il fidanzamento ufficiale alle porte, nell’ambito dell’alta società di Istanbul, e la travolgente passione erotica, clandestina e tutt’altro che da alta società, vissuta in parallelo.
Pamuk, abilmente, attraverso la vicenda di Kemal e Füsun, fa emergere le contraddizioni di una società, quella turca, che, come diceva sempre un mio vecchio professore, non può fare a meno di tenere la testa in Europa e il corpo in Asia, e non soltanto geograficamente; una società combattuta fra tradizione e innovazione, che ama dichiarasi “moderna ed europea”, ma dove, in effetti, la verginità di una ragazza continua ad avere il suo peso. Vero negli anni Settanta, quando inizia la storia narrata dall’autore, vero ancora oggi, altrimenti il Partito Islamico non sarebbe saldamente al potere da oltre un decennio e ciò la dice lunga sulla mentalità sempre in auge.
Bel romanzo, occasione di riflessione sul senso della tanto ricercata felicità, sullo sfondo di una Istanbul immortalata nei suoi viali, vecchie stradine, piazze e giardini, percorsa a piedi, o in un'auto che corre per non far tardi, e malinconicamente ammirata dai locali alla moda sul Bosforo.

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Commenti

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siti
31 Ottobre, 2017
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Complessivamente una valutazione freddina. Come mai? Mai letto niente di suo, pensavo meglio.
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Laura V.
31 Ottobre, 2017
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Laura, è un bel romanzo in verità e la storia che racconta colpisce senz'altro.
Forse la mia valutazione "freddina" è dovuta a certe parti un po', diciamo così, morte che rallentavano la lettura. O forse al riferimento che ho fatto al Partito Islamico turco: semplicemente, non sopporto Erdogan! ;)
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