Dettagli Recensione
Il sindaco nel fosso...
Koch ci ha abituato alla sua penna cinica, priva di ipocrisia, spietata verso tutto e tutti, attraverso cui ci presenta un'Olanda non proprio idilliaca...
Un'Olanda piena di pregiudizi sociali e razziali, ben mascherati ma comunque presenti.
Un'Olanda sporchissima in cui la raccolta differenziata non funziona...dove si condanna uno scandalo a sfondo sessuale, ma si accetta di buon grado la ristrutturazione di una fontana per mano di schiavi cinesi sottopagati...
Un'Olanda molto più provinciale dell'immagine che vuole dare al mondo con le sue vetrine e le sue finestre sempre aperte "perché tanto non c'è nulla da nascondere".
In questo nuovo romanzo è Robert, il sindaco di Amsterdam, a parlarci: un uomo di successo, un sessantenne ricco e piacente all'apice della carriera, con una bella moglie straniera, di cui si guarda bene dal dirci di quale nazionalità sia, proprio in virtù di quei pregiudizi da cui neanche lui è esente.
Tutto il libro si basa su delle suggestioni, sulle rimuginazioni infinite di Robert dopo aver visto sua moglie, ad una festa, ridere di gusto "buttando la testa all'indietro" con un suo assessore insignificante ed ambientalista.
Eccolo lì...il sospetto del tradimento.
Da quel momento verrà risucchiato nelle spire di una gelosia (molto poco "nordica") che lo porterà a studiare ogni minimo dettaglio, espressione, movimento, respiro e sospiro di sua moglie, atteggiamenti che, logorandolo, lo porteranno ad un repentino declino sia personale che politico.
Si strangolerà con i fili delle proprie paure, decretando il proprio fallimento.
Intorno a lui vedremo ruotare tematiche importanti, quali l'eutanasia, la paura del decadimento fisico e psichico, la malattia, il suicidio, l'infinita immensità dell'universo e la "piccolezza" dell'uomo...tutte però spogliate della loro drammaticità e filtrate dallo sguardo tagliente tipico dell'autore.
Un romanzo ricco di spunti, di riflessioni sul mondo moderno, sul concetto di democrazia...eppure, a parer mio, molto lontano dalla forza dirompente de "La cena" e dalla cattiveria spiazzante di "Villetta con piscina".
A tratti prolisso e ripetitivo.
Un Koch un po' in sordina, un Koch che avrebbe potuto osare di più.