Dettagli Recensione
Anime selvagge
Texas, 1949. L’ultimo colloquio di un padre e di un figlio ha luogo all’interno di un bar. Il giovane John Grady Cole, sedici anni, resosi conto che ormai per la sua famiglia non vi sono alternative, che ormai il punto di non ritorno è stato raggiunto, decide di andarsene e, trascorse le sue ultime ventiquattro ore in quelle terre che lo hanno visto crescere, sella il proprio cavallo, allestisce il suo piccolo bagaglio e lentamente si avvia verso la frontiera del Messico. Al suo fianco, Lacey Rawlins, cugino diciassettenne, che ha a sua volta desiderio di lasciarsi il passato alle spalle. A completare il quadro l’ancora più giovane Blevins, tredicenne proprietario di uno splendido Baio e di una Colt che tiene stretta in grembo quasi ne andasse della sua vita. Tra mille peripezie e incontri, i due riescono a varcare il confine sino a trovare un’occasione di lavoro in una “hacienda” dove Cole potrà dimostrare e far valere tutte le sue competenze nell’addomesticare i cavalli selvatici.
Attraverso un linguaggio asciutto, diretto, conciso, caratterizzato da pochi ma essenziali dialoghi, McCarthy dà vita ad un romanzo forte nelle sue ambientazioni, forte nella sua dimensione emozionale. Lo stile narrativo adottato, infatti, ricalca perfettamente quelli che sono i luoghi descritti ma anche le vicende che si susseguono.
La storia è fatta di spazi, di intermezzi, ma anche di violenza. Una violenza che questa volta non è paranoica e glaciale come quella che è riscontrabile in altri personaggi e/o opere, bensì, fisica e aggressiva poiché radicata nelle viscere dell’uomo. Il tutto in un connubio di sangue, lotte, coltelli, amicizia e amore.
E cos’è, alla fine, “Cavalli selvaggi” se non un vero e proprio inno a domare prima di tutto i propri istinti? Non posso ritenerlo il miglior McCarthy, ma certamente è un’opera caratterizzata da tutti quelli che sono i tratti salienti dell’autore. Un romanzo rapido, nonostante i “silenzi”.
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Commenti
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Mi sa che lascio volentieri questa lettura. Dell'autore conosco unicamente "La strada", libro che ho abbastanza apprezzato ma non amato. Probabilmente lo scrittore non fa per me.