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Solitudini
Può la storia bizzarra di un topo “umanizzato” con la passione per la lettura essere il fulcro per la trama di un buon romanzo? Forse più di un lettore si è accostato a quest'opera con un simile interrogativo.
Il professor Sam Savage al suo esordio letterario condensa in una manciata di pagine una storia dai contenuti profondi e per nulla scontati; nessuna favoletta inneggiante ad insegnamenti morali, ma una storia pregna di pathos e sentimenti, ammaliante e coinvolgente.
Tra queste pagine prende forma l'infanzia infelice, il senso di abbandono, la ricerca di affetto e di calore familiare, oltre ad innalzarsi il grido della solitudine.
Sono tutti sentimenti tangibili e taglienti che l'esile e reietto topo Firmino ci trasmette senza sconti, facendoci varcare le soglie del suo mondo, un intermezzo animale-umano, luogo di incontro tra due categorie maledettamente simili.
Un racconto intelligente, perchè il bisogno di amore e di protezione non ha età, genere e forma, ma è un valore universale.
Sono trascorsi un po' di anni dall'uscita del libro ed i riflettori si sono spenti, ma resta un titolo appetibile nel mare delle proposte letterarie.
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Quanto ho amato questo libretto. I (miei) pianti che non ho dovuto sopportare :-)
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