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Il vecchio e il mare
 
Il vecchio e il mare 2017-10-04 10:51:54 Vita93
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5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    04 Ottobre, 2017
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Per l' eternità

Ernest Hemingway è uno dei tanti autori tra i quali cito anche Joyce, Steinbeck, Fitzgerald, le sorelle Brontë, che ho iniziato ad approfondire circa cinque anni fa grazie al programma scolastico dell’ ultimo anno del Liceo del mio professore di inglese, volto a farci conoscere i maggiori esponenti della letteratura otto-novecentesca.
Nonostante la buona volontà di quel professore e la sua passione per l’ avventuroso Hemingway, ho rimandato la lettura del mio primo romanzo di questo autore fino a qualche giorno fa.
E quale opera migliore per cominciare se non quella che ha permesso al nativo di Oak Park di vincere un premio Pulitzer e un Nobel.

“ Il vecchio e il mare “ tratta le tematiche preferite di Hemingway, siano esse il coraggio dell’ essere umano e il suo immergersi nella natura consapevole di sfidarne le avversità senza poterne allo stesso tempo fare a meno.
Inutile soffermarmi sulla trama o sui personaggi arcinoti come ogni classico degno di essere chiamato tale.
Cercherò di dare maggior risalto alle sensazioni che mi ha trasmesso la lettura, facilitato da uno stile apparentemente asciutto e semplice ma in realtà evocativo e comunicativo.

Mi ha colpito il rapporto di affetto tra il vecchio pescatore, Santiago, e il giovane Manolin. I genitori lo hanno convinto ad allontanarsi da quel vecchio che non porta a casa un pesce da mesi e sembra colpito dalla sfortuna, ma il ragazzo continua ad occuparsi di quello che considera a tutti gli effetti un maestro di vita.
Traspare dalle righe il profondo rispetto che il vecchio ha per il mare e per il pesce che lo terrà occupato per tre giorni, un marlin tenace e determinato.
Entrambi lottano per qualcosa. Il pesce combatte per la propria sopravvivenza. Santiago lotta per dimostrare a se stesso di avere ancora un valore e un orgoglio, di essere superiore a un periodo di pesca sfortunata. Sa che prima o poi la ruota della fortuna girerà dalla sua parte, e deve farsi trovare pronto e più coraggioso che mai. Come un pugile che sul finire della carriera mantiene ancora dentro di sé l’ energia, il fuoco per un ultimo grande incontro.
Ma nonostante sappia cogliere al volo l’ occasione di catturare il gigantesco marlin, Santiago e la sua barca finiscono talmente al largo che per concludere l’ impresa e portare il pesce integro a casa, si trova costretto a difenderlo dagli attacchi degli squali in una battaglia dall’ esito scontato ma che non scalfisce la statura morale di un protagonista con sufficiente esperienza per non esasperare né la vittoria né la sconfitta.

Hemingway ha sempre rifiutato di considerare questo romanzo come un’ allegoria, una metafora della vita stessa.
Eppure è impossibile non associare le figure di Santiago e del pesce a quello che vorremmo essere, strenui lottatori orgogliosi di difendere qualcosa in cui ci riconosciamo; quella poetica e insidiosa del mare alla vita quotidiana, capace di offrire opportunità, porre ostacoli e misurare quanto siamo disposti a investire in qualcosa in cui crediamo. E il ragazzo, Manolin, a ciò che in realtà spesso siamo, consapevoli che non sempre un qualcosa che è oggettivamente meglio per noi è quello che istintivamente ci sentiremmo di fare.

Non ho mai avuto l’ abitudine di rileggere i libri dopo una prima volta, ma credo che “ Il vecchio e il mare “ sia uno di quei pochi casi in cui un romanzo comunica sempre qualcosa di diverso a seconda del momento in cui viene aperto.
Credo che sia una lettura che si apprezza maggiormente con il trascorrere degli anni, a patto di affrontarla ogni volta in silenzio, in solitudine e con la concentrazione che merita.
E credo che mi resterà in mente per sempre, per tutta la vita.

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Commenti

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Bravo, Iacopo, molto interessante questa tua recensione a un'opera famosissima!
hai analizzato tutto per bene, facendo le giuste considerazioni! :)
In risposta ad un precedente commento
Vita93
06 Ottobre, 2017
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Grazie mille Laura, era da molto tempo che avevo acquistato il romanzo e ogni volta ne rimandavo la lettura. Anche se credo che se lo avessi letto cinque o sei anni fa quando ne avevo diciotto, avrei apprezzato meno certe tematiche. Così come se dovessi rileggerlo tra quaranta anni lo apprezzerei ancora di più.
Forse perchè un anziano può capire un giovane, il contrario è già più difficile.
Bella recensione, Iacopo.
Visto l'alto gradimento per questo libro, mi permetto di segnalartene un altro, a cui si dice l'autore si sia ispirato :
"Il pastore d'Islanda" , breve romanzo di un grande scrittore islandese (Gunnarsson) . Qui da sfondo non abbiamo il mare, bensì la montagna con tanta tanta neve.
In risposta ad un precedente commento
Vita93
08 Ottobre, 2017
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Grazie mille Emilio, il tuo è un consiglio che non mancherò di seguire ed è una buona occasione per conoscere un autore di cui avevo sentito parlare più volte.
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