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Wyomare, attraversare non-luoghi.
Wyomare, vagabondare da un non-luogo ad un altro non-luogo, è il destino di quell’umanità ai margini della società, che non riesce a entrare in sintonia con se stessa e con il mondo che la circonda. È di questa umanità che ci racconta Smith Henderson nel suo romanzo di esordio, “Redenzione”, un testo di 562 pagine, scritto, sembrerebbe, per essere facilmente trasformato in una sceneggiatura cinematografica. Ed è infatti di sceneggiatura che si occupa principalmente Henderson, che attualmente sta lavorando alla serie tv tratta da “Il figlio” di Philipp Meyer.
La storia che vede al centro il personaggio di Pete, assistente sociale che si occupa soprattutto di proteggere bambini e adolescenti da ambienti familiari degradati e squallidi, è descritta a tinte fosche. Non mancano scene di violenza nelle quali anche la legge varca ogni limite e diviene fuori-legge, così come con un realismo a volte sconcertante si racconta di abusi e prostituzione. I rapporti umani sono problematici, il mondo che ci viene descritto è instabile e inquieto. Il destino si accanisce su Pete, che non riesce a prendersi cura né dei suoi protetti, Cecil, Ben, Katie, né della sua stessa figlia Rachel. Tradito in amore prima dalla moglie, poi da Mary, in contrasto con il fratello Luke, perennemente ricercato dalla polizia, il mondo di Pete è davvero desolante.
Non c’è dubbio che la realtà con cui vivono a contatto coloro che si occupano a tempo pieno della salvaguardia e del recupero dei più deboli sia per certi versi davvero allucinante. Sapere che al di là della sicurezza e del calore di case apparentemente serene possano esistere situazioni così dure e difficili lascia interdetti circa la freddezza con la quale l’opinione pubblica tratta l’argomento.
Il pregio di questo romanzo è dunque nell’atto di denuncia di Henderson teso a superare quell’indifferenza di cui tutti siamo colpevoli.
Da un punto di vista strettamente letterario, il romanzo è penalizzato dalla lunghezza, è a tratti prolisso, dà molto risalto alle descrizioni di ambienti esterni e poco ai sentimenti dei personaggi. È ciò che ne fa un testo idoneo a una realizzazione cinematografica.
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Penso che scrivere per denunciare ciò che non va sia encomiabile, ma la Letteratura è un'altra cosa.