Dettagli Recensione
Nella mente di Christopher
Ho desiderato leggere questo libro per molto tempo, ma per varie motivazioni ho sempre dovuto rimandare. Devo dire che mi ero fatta un'idea abbastanza diversa rispetto a quello che mi sono trovata davanti. Sia nel titolo che in alcune sinossi lette infatti veniva più volte rimarcato il concetto di “giallo”... Ma del giallo questo romanzo ha veramente ben poco.
Racconta invece la storia di un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger; e la racconta dal suo punto di vista.
Non si può non constatare la bravura dell'autore, Mark Haddon, che si è calato perfettamente nei panni di questo ragazzino molto particolare. Il racconto non risulta mai artefatto o poco credibile, quindi senza dubbio lo scrittore è stato bravissimo. Ma proprio a causa di questa scelta, di far parlare Christopher in prima persona, il libro risulta anche molto faticoso da leggere. In alcuni punti è veramente noioso. La sintassi risulta ripetitiva e pesante, benchè prevalga la paratassi, che viene usata però perlopiù per fornire elenchi e liste di azioni che si susseguono. Anche il contenuto è abbastanza stancante, perché la vicenda viene interrotta continuamente dall'io narrante per spiegare problemi matematici, calcoli, quesiti scientifici, fornire elenchi, raccontare nel dettaglio altri racconti gialli che non hanno niente o pochissimo a che vedere con lo svilupparsi della trama. Ovviamente si tratta di una scelta voluta per permetterci di entrare nella testa di Christopher e capire cosa prova, cosa vede, come pensa, come calcola e come si relaziona con gli altri. Però: che fatica!
Una volta superata la prima iniziale difficoltà seguiamo lo sviluppo della vicenda e ci accorgiamo che il romanzo più che un giallo è piuttosto una storia familiare molto triste, non solo e non tanto per la sindrome di Asperger di Christian, quanto per l'egoismo, le difficoltà e i disagi che caratterizzano la vita di tutti in generale.
Alla fine Christian darà prova di grande coraggio, riuscendo anche in imprese veramente difficili per lui; dimostrando che, con determinazione ed audacia, ogni persona può affrontare e superare le prove che la vita mette di fronte.
“Mentre dormivo feci uno dei miei sogni preferiti. […] Nel sogno non ci sono quasi più superstiti sulla Terra, perché l'intera popolazione ha contratto un virus. Che non è un virus normale. E' come il virus di un computer. […] E alla fine gli unici superstiti sono quelli che non guardano in faccia gli altri […] e queste persone sono tutte persone speciali come me. A loro piace stare da soli e li incontro molto raramente perché sono come gli okapi nella giungla del Congo, una specie di antilope, timidissima e rara.
E posso andare ovunque nel mondo e so che nessuno mi rivolgerà la parola o mi toccherà o mi farà domande.”
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Grazie
Chiara
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Elena