Dettagli Recensione
DANNATAMENTE REALISTICO
J.K. Rowling torna nelle librerie, dopo il colossale successo della saga di Harry Potter, con un romanzo per adulti con un impronta totalmente diversa. Stiamo parlando de Il Seggio Vacante.
Siamo a Pagford, una piccola cittadina inglese immersa nelle colline, sembrerebbe il posto perfetto dove vivere con le sue villette ordinate e i prati perfettamente falciati, ma in realtà, tra i cittadini di questo apparentemente tranquillo paesino si nascondono storie di ipocrisia, rancori, tradimenti, bullismo e sofferenza tutte con un unico filo conduttore ad unirle.
Ai molti fan "Potteriani" questo nuovo lavoro della Rowling non è piaciuto, forse perchè lontano anni luce dagli ambienti fatati di Hogwarts, dato che Il Seggio Vacante è un romanzo che descrive in modo crudo e spietatamente onesto le turbe della società moderna sottolineate ancora di più dal linguaggio tagliente e per niente infiocchettato che l'autrice ha scelto per i dialoghi dei personaggi.
Personalmente l'ho amato proprio per questo: perchè sono storie che sono assolutamente odierne, corrispondenti alla realtà.
Non è il classico romanzo dove i protagonisti hanno una vita meravigliosa circondati da persone altrettanto meravigliose e dove le peripezie finiscono sempre con un lieto fine (non aspettatevi il lieto fine perchè vi dico già che non lo troverete).
La trama è articolata e, di primo acchito, non semplice da seguire dato che la storia viene raccontata attraverso i vari punti di vista dei personaggi (e i personaggi principali sono tanti, forse troppi) perciò è inevitabile trovare qualche difficoltà nel cercare di capire come dipanare la matassa già dalle prime pagine; ed è per questo motivo che a mio parere merita una lettura costante ed attenta.
Nonostante ciò lo stile di lettura rimane quello tipico della Rowling: leggero, scorrevole e coinvolgente.
E' a tutti gli effetti un libro "che prende" e che stimola ad andare avanti con la lettura malgrado qualche lapsus di troppo riguardante la traduzione che purtroppo incespica di frequente nell'ortografia.
Anche il finale meritava forse un pò più di cura da parte dell'autrice che dopo più di 500 pagine sembra avere fretta di concludere; difatti si rimane un pò "appesi" poichè alcuni personaggi vengono lasciati come sospesi nel tempo senza dare modo al lettore di capire, o quantomeno intuire, cosa ne sarà di loro dopo un determinato evento.
Lo consiglierei? Sì, se si è stanchi del solito lieto fine e si desidera leggere qualcosa di un pò più realistico, conforme a quelle che sono davvero le vere "disavventure" della vita e se non vi turbano parolacce e descrizioni forti.