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Tempi folli ad Holt
“Oh, so che sembra una pazzia, disse lei. Suppongo lo sia. Non so. E nemmeno mi importa. Ma quella ragazza ha bisogno di qualcuno e sono pronta a fare qualsiasi cosa. Ha bisogno di una casa per questi mesi. E anche voi – sorrise – dannati vecchi solitari, avete bisogno di qualcuno. Qualcuno o qualcosa di cui prendervi cura, per cui preoccuparvi, oltre a una vecchia vacca fulva. C'è troppa solitudine qui. Prima o poi morirete senza aver avuto neppure un problema in vita vostra. Non del tipo giusto, comunque. Questa è la vostra occasione”.
Dopo aver letto “Le nostre anime di notte”, Haruf mi riaccompagna nella “sua” Holt. “Canto della pianura” mi è sembrato più un urlo muto. La cittadina di Holt in superficie sembra quieta e calma, ma basta poco per rendersi conto che sotto nasconde un tumulto. I protagonisti sono molti e gli argomenti trattati sono forti e attuali ma affrontati con la delicatezza che ormai mi aspetto da questo autore. Quando parlo di delicatezza non intendo con omissioni per indorare la pillola, no, Haruf va fino in fondo ma sa farlo nel modo giusto.
Ogni personaggio ha le sue sfide da affrontare,ma i fratelli McPheron, Harold e Raymond, mi sono arrivati e rimasti nel cuore.
“Mi dici adesso che cavolo di storia era quella che le hai raccontato nel furgone?
Quale storia? chiese Raymond.
Quella della giovenca che aveva ingoiato il filo di ferro. Dove diavolo l'hai pescata? Io non me ne ricordo proprio.
Me la sono inventata.
Te la sei inventata, disse Harold. Fissò il fratello intento a osservare la stanza. Cos'altro ti inventerai?
Qualunque cosa, se serve”.
Se da una parte l'assenza di punteggiatura che differenzia un discorso diretto da uno indiretto può disorientare il lettore, dall'altra mi sono resa conto che mi spinge ancora di più a prestare maggiore attenzione.
“Canto della pianura” è un libro che fa riflettere, indignare (non potrò mai dimenticare quello che fa Sharlene) e arrabbiare, ma anche sperare. Fatevi cullare dalle bellissime parole di questo autore, che con uno stile delicato e sincero, racconta quanto può essere dura la vita, ma che insieme alle persone giuste, quello che è una difficile montagna da scalare, può diventare una dolce collina su cui passeggiare.
Lo consiglio.
Buona lettura.
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Commenti
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Vedo che il libro ti è piaciuto parecchio. Ciò mi conforta perché l'ho acquistato da non molto ed è lì che attende la lettura : così potrò fare conoscenza con questo autore citatissimo.
Dopo essere rimasta incantata da “Le nostre anime di notte”, non volevo "sprecare" la lettura in un momento in cui non sarei stata in grado di apprezzarla, probabilmente.
Complimenti per la recensione, Fede. Interessante come sempre!
sempre troppo gentile!
Fede
lo stile di Haruf credo proprio che possa fare al caso tuo. Mi mancano gli altri due libri della trilogia, una lacuna che colmerò a breve.
Grazie del commento.
Federica
Fede
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