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Bertha
Un giovane Maugham che si cimenta nella realizzazione di un romanzo sulle orme dei maestri dell'Ottocento, con un talento che fa già indubbiamente capolino, è un pezzo di letteratura da non perdere. Il nome della protagonista, Bertha, non è stato stato forse scelto a caso: più volte la sua passionalità frustrata fa venire in mente il personaggio di Madame Bovary, che aveva scelto proprio questo nome per la figlia.
Bertha è più intelligente e più bella, il che non le impedisce di bruciare di passione per un uomo mediocre e freddo che dimostra di saper stare al mondo meglio di lei.
La parabola discendente di un amore totalizzante è analizzata minuziosamente, sviscerata fino al suo ultimo palpito, con un realismo che risultò scandaloso per i lettori di quel periodo.
Il vento umido che spazza per molti mesi dell'anno la contea del Kent e lo spirito di una Londra che sembra ormai una cartolina d'epoca fanno da sfondo ad una galleria di personaggi descritti con precisione arguta, gentiluomini di campagna, vicari, zitelle e piccola aristocrazia di provincia.
E poi, c'è l'animo di Bertha, il suo bisogno d'amore inappagato, le speranze, i rimpianti, le illusioni perdute:
“Tutta la mia vita è così. Mangiare montone freddo e patate, in abito da sera e con tutti i gioielli addosso”.
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