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Assieme
Faccio bene con Kent Haruf a superare il sospetto delle pubblicazioni il cui successo sembra organizzato da esperti del marketing. Infatti, il mio viaggio in treno scorre veloce, la lettura del romanzo risulta piacevole, di conforto.
Addie e Louis, solitari e dispersi in un mondo di conoscenze in superficie, si scelgono e diventano l’uno per l’altra un luogo sicuro. Si incontrano di notte, a casa di lei e, nel lettone, prima di dormire si raccontano, si scambiano confidenze. Non si innamorano, né si desiderano pazzamente. Addie e Louis non conoscono gli eccessi, si fidano, riconoscono l’odore della pelle e della intimità costruita un po' per volta. Sono potenti davvero, lenti e tenaci, lontani dalla energia dirompente della passione e dalle giovinezze rapite nella presunzione e nella voracità.
Un’amicizia amorosa che “il caro vecchio buio” protegge, scopre, sussurra, rivela. Un esame di coscienza a due voci: i due ricordano e raccontano per se stessi, per ascoltarsi più che per informare l’altro. Due esseri umani che, in presenza, recuperano le ragioni dell’amore, del dolore, della solitudine, della morte. Per Addie e Louis, a settant’anni, è il tempo di meritare la compagnia e di ascoltare assieme il profumo della pioggia.
“Adoro questa cosa. È meglio di quel che speravo, è una specie di mistero. Mi piace per il senso di amicizia. Mi piace il tempo che passiamo assieme. Starcene qui al buio di notte. Parlare. Sentirti respirare accanto a me se mi sveglio.” p.84
“Dov’è la tua mano? Proprio qui accanto a te, dove sta sempre.”p.83