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Ho sognato che il capo era pazzo
Che romanzo! Che lacuna non conoscere questo autore!
In un paese norvegese, durante la guerra arrivano gli invasori che si stabiliscono a casa del sindaco. Tra il sindaco Orden e il colonnello Lanser capo delle truppe nemiche si stabilisce un'intesa basata sulla comune intelligenza e limitata dalla consapevolezza che ognuno farà il suo dovere. Gli assedianti sono pochi e diventano da assedianti loro stessi assediati, più soli degli altri. Ogni volta che uno di loro si fa tentare da un sorriso o da una donna fa una brutta fine. Nel romanzo c'è tutto: ambizione che spinge al tradimento e intelligenza che fa da antidoto alla paura e intelligenza che rende spettatori del proprio ineludibile destino. Il romanzo è un inno alla libertà e l'inno alla libertà, la consapevolezza di voler 'essere spiriti liberi spinge a superare i limiti dell'umano, soprattutto la paura. Perciò il sindaco Orden, misero sindaco di un insignificante paese saluta il lettore con le parole di Socrate, le parole misteriose che Socrate disse al suo discepolo Critone in punto di morte:"Critone, debbo un gallo ad Asclepio".
E Critone, nella storia il medico Winter, risponde: "Il debito sarà pagato".
Nel romanzo il gallo da sacrificare è lo stesso medico, amico intelligente del sindaco, anche lui disposto a tutto pur di non rinunciare alla libertà di spirito. Il titolo del romanzo, la luna è tramontata, richiama al gallo, che non canterà. Ma l'alba arriverà lo stesso in punta di piedi senza essere chiassosamente annunciata.
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Dell'autore conosco solo pochi libri, e non questo. Ma "Furore" è davvero grandioso.
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