Dettagli Recensione
Quizas Quizas Quizas
Io (mi) scampi e liberi da questi libri.
È il secondo che leggo di Carrère ed è la seconda e ULTIMA falsa partenza. Il primo è stato l’insopportabile “Facciamo un gioco” che con La casa nel bosco dei Carifigli si colloca fra i peggiori marchettoni della mia carriera di lettrice. Qui sembrava impossibile sbagliare.
Carrère racconta una storia vera: un efferatissimo fatto di cronaca della Francia di quasi vent’anni fa. Jean-Claude Romand uccise la moglie, i tre figli, i genitori e tentò il suicidio, senza successo.
L’autore per un po’ si immagina il punto di vista di un amico dell’assassino e descrive la sua esistenza. Poi passa ad essere lo scrittore che racconta la tragica vicenda. Senza riuscire a destare il ben che minimo interesse nel povero lettore. Che poi…
È una storia tosta e non la sai raccontare. Non te l’ha mica scritto il medico. Scrivi qualcos’altro. FAI qualcos’altro.
Che dire di positivo? Lasciami pensare…
È abbastanza breve.
Ma come insegna Maestro Yoda “non breve abbastanza è stato”.
Non si può fare a meno di pensare a Truman Capote e a “Sangue Freddo”, ma onestamente non mi aspettavo tanto. Quello è un unicum ritengo difficilmente ripetibile. Però non riuscire a dire NIENTE su una storia come questa pare impossibile.
L’apporto di Carrère è scaricare sul lettore una serie di quesiti inutili e stucchevoli, che si rimediavano facilmente sul tram, spegnendo il lettore mP3: chissà come è possibile che nessuno abbia capito, chissà cosa è successo nella sua mente, chissà come mai nessuno si è accorto, chissà perché nessuno ha potuto supporre...
Quizas quizas quizas.
Ma per favore!
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Commenti
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Io dopo questi due, con Carrère ho chiuso per sempre. Però non posso che concordare con quanto dici, sulla base di quello che ho letto.
Un autore molto centrato su sé stesso che cianciuga quattro pensieri del tutto banali e li ammanisce come grandi riflessioni. Ma anche no!
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Dello scrittore (mi sento a disagio a usare questo bel sostantivo per Carrere) mi sono imbattuto solamente in un romanzo, "Il Regno", che tratta un argomento importante. Ebbene , la superficialità, la mancanza di stile (complice probabilmente una brutta traduzione), lo sciocco narcisismo dell'autore mi sono parsi indegni di ogni intento letterario. E questo è tutto.