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Gli occhi gialli dei coccodrilli
 
Gli occhi gialli dei coccodrilli 2017-07-12 18:06:41 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    12 Luglio, 2017
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Chi ha la pelle dura come un coccodrillo?

Risulta davvero difficile trovare una sintesi vera e propria di questo romanzo, ma la brevissima premessa sul retro non viene affatto disattesa: in questo romanzo c’è realmente la vita, la vita di una famiglia, e anche piuttosto allargata con tanto di amanti, dipendenti affezionati e vicini accolti in seno al nucleo familiare.
Riassumere la trama d’altro canto non è per nulla semplice: ogni personaggio segue la propria via o, in alcuni casi, se la crea con le proprie forze. Per essere precisi, sono presenti molte storylines, tutte intrecciate tra loro a formare un più ampio affresco.
In questo romanzo familiare collimano infatti personaggi dai caratteri molto diversi e, a volte, diametralmente opposti; in realtà, più che personaggi sarebbe corretto parlare di persone. La prosa della Pancol delinea dei comportamenti, delle situazioni e delle passioni molto vicine alla vita reale, e per nulla artificiose.
Mi ha sorpreso soprattutto il coraggio dell’autrice di presentare personaggi molto negativi, che per tutto i romanzo tengano dei comportamenti odiosi, spesso nei confronti di quella che si può considerare la protagonista, Jósephine: sarebbe stato più facile creare personaggi gentili e simpatici ai lettori. Alla fine però si arriva alla resa dei conti e chi prima aveva sbagliato paga le proprie cattiverie.
D’altro canto la presenza di così tanti personaggi rende la prima parte del romanzo veramente lenta, specie per spiegare tutti i legami esistenti. Un’altra scelta poco felice della Pancol sta nelle risoluzioni da “soap opera”, tra le quali la storia del gemello segreto è solo la punta di un ben più vasto iceberg sotto la superficie.
Per quanto riguarda i coccodrilli annunciati nel titolo e nella copertina, l’intero romanzo è caratterizzato da continui riferimenti ai rettili in generale e, appunto, ai coccodrilli in particolare; ci sono anche metafore o giochi di parole su questi coriacei predatori e sui loro intensi occhi che illuminano la notte. Solo più in là si incontrano dei coccodrilli in carne ed ossa, e denti pronti a sbranare chi incautamente gli si avvicina.
In generale, il romanzo non porta alla luce nessun tema nuovo od illuminante; sebbene si parli ampiamente della solitudine per molti personaggi, ritengo negativo mettere in evidenza come una donna non possa vivere da sola: non solo nel caso si Jo, ma anche per chi sembra capace di sostenersi come Shirley o chi quasi disprezza il marito.
Sempre in relazioni ai sentimenti di Jósephine, avrei di gran lunga preferito che l’uomo con il montgomery si defilasse, in favore di qualcun altro; ma è solo un’opinione personale, inoltre questo romanzo è solo l’inizio di una trilogia, quindi tutto può ancora accadere.
Strutturalmente, il volume è diviso in cinque parti, senza capitoli cosa che rende un po’ difficoltoso interrompere la lettura. Seppure carente in quanto a qualità della rilegatura, l’edizione italiana è davvero valida come traduzione e priva di refusi.
Nello stile dell’autrice, è davvero notevole il variare di tanti POV, ognuno dei quali fornisce al lettore nuove verità e retroscena, magari ignoti agli altri personaggi.
La Pancol spesso intreccia i pensieri dei suoi personaggi alla narrazione in terza persona, anziché separarli nettamente. Questo genera sovente una sorta di vortice formato dai pensieri, che ci permette di scrutare meglio nella mente dei personaggi. Molto intrigante anche il modo in cui l’autrice racconta il romanzo scritto da Jo: la passione con cui viene illustrata la storia fa venire davvero voglia di poter leggere “Un’umile regina”.

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