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PERDERSI... NELLO STILE
All'inizio il libro mi coinvolgeva di più perché era scritto bene, poi è andato a perdere stile.
Ho apprezzato che la parola "Alzheimer" sia venuta fuori solo verso la pagina 70, a me non piacciono gli svolgimenti frettolosi. "La storia parla di una malattia, quindi gliela diagnostico subito", no.
Ho apprezzato l'evoluzione di Alice.
Siccome, però, questa storia era inventata, non mi ha trasmesso molto la sofferenza di Alice, l'autrice si è concentrata principalmente sul narrare, ma in un libro del genere, a mio parere, bisognerebbe fare un passo in più e trattare anche l'interiorità. Anche perché, da un punto di vista, la personalità di Alice alla fine risulta un po' contraddittoria.
Mi sarebbe piaciuto che venissero presi un po' più in considerazione i suoi figli o suo marito, sarebbe stato bello un capitolo narrato da loro su "cosa penso di mia madre/moglie"
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