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Il sospetto
 
Il sospetto 2017-06-28 13:32:32 siti
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siti Opinione inserita da siti    28 Giugno, 2017
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Don Chisciotte nella tana del lupo

Fine giallo psicologico tra l’onirico e il surreale, degna continuazione delle vicende del commissario Bärlach reduce dall’estenuante duello celebrato ne “Il giudice e il suo boia”. È tempo per il nostro, dunque, di dedicarsi a se stesso e di affrontare le cure che gli prolungheranno l’esistenza di un anno. Non più indagini, né elucubrazioni sulla giustizia, né tediosi raffronti con la moderna criminologia, colpevole di spianare la via alla risoluzione dei casi laddove basterebbe un innato fiuto per le indagini. Un sospetto è decisamente meglio perché in un lasso di tempo impercettibile pone in connessione eventi, persone, situazioni, determina sviluppi inenarrabili e tendenti alla conferma , la più bella , quella siglata dall’ennesimo “caso chiuso”.
Bärlach è ospite del suo medico Samuel Hungertobel da novembre e, a ridosso degli ultimi giorni di quel 1948 , dopo aver rischiato di morire per ben due volte, nella clinica dove lo hanno operato gli capita tra le mani la rivista “Life”,annata 1945. È pubblicata una fotografia unica nel suo genere, quella del Dottor Nehle che nel campo di concentramento di Stutthof opera un paziente senza narcosi. Il fatto in sé, di un sadismo tremendo, passerebbe solo commentato se lo stesso dottor Hungertobel non ravvedesse una certa somiglianza con il dottor Emmenberger, chirurgo in una prestigiosa casa di cura di Zurigo.
Si insinua così il sospetto e il commissario destinato al pensionamento si butta nel suo ultimo caso.
Chi ha scattato la fotografia? Ma davvero il sadico chirurgo è morto suicida? Che cosa cela la somiglianza intravista dall’amico medico? Si fa trasferire a Zurigo per essere ricoverato nella clinica sospetta. Che cosa avviene là dentro? Come è esercitata la professione medica? E soprattutto, è ora di sentire l’eminente dottor Emmenberger: si prepara per lui un interrogatorio infernale.
A questo punto le parti si invertono e Bärlach, paladino imperterrito della giustizia, vivrà dei brutti momenti scanditi dal ticchettio dell’orologio che segna le sue ultime ore di vita.
Ad accompagnare l’insolita indagine una serie di teatranti di tutto rispetto: un gigante ebreo avvolto nel suo caffetano sprona e consiglia a forza di vodka, uno scrittore fallito aiuta l’impresa, un’ ambigua dottoressa tradita dal comunismo rinnega la validità di qualsivoglia legge e si arrende alla perfidia umana, perfino un nano dà il suo funzionale contributo. Bärlach è ormai trasfigurato in cavaliere, “tutti dobbiamo essere dei Don Chisciotte, se appena abbiamo un briciolo di cuore e un po’di cervello nella zucca. Ma non dobbiamo combattere contro i mulini a vento … È questo il nostro compito, quello di combattere la disumanità sotto tutte le forme e in tutte le circostanze.” Infine, confinato nella camera del Reparto 3, dal quale nessuno esce vivo, in compagnia dell’incisione di Dürer “Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo”affronta il suo ultimo duello …
Bipartito in maniera perfetta, la seconda parte offre in particolare un condensato di notevoli spunti di riflessione riguardanti i temi più cari allo scrittore elvetico: l’uomo, la vita, la giustizia, in un crescendo di tensione da lasciare senza fiato. Ancora una volta giocando sul modulo narrativo del giallo, questa volta gustosamente tinto di noir, Dürrenmatt celebra l’impossibilità di una giustizia perfetta che al bisogno può essere coadiuvata anche da un pizzico di surreale.

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Bellissimo libro, unico nel suo genere e
spaventosamente inquietante!
Grazie Laura per la tua recensione impeccabile
Interessante ed esaustiva recensione, Laura. Durrenmatt è un grandissimo scrittore. Non conosco le sue opere teatrali : mi dicono sia molto bello il dramma "La visita della vecchia signora". L'hai letto (o visto rappresentato ) ?
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siti
30 Giugno, 2017
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Grazie a te Michele!
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siti
30 Giugno, 2017
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Ciao Emilio, questo autore mi sta veramente sorprendendo, mi piacciono la sua critica al sistema giustizia e alla Svizzera e la sua visione della vita. Lo sto però appena scoprendo quindi non conosco l'opera da te citata, inoltre non è facilmente reperibile nel sistema bibliotecario, dovrò pensare ad acquistare. La produzione teatrale la lascerò ultima.
Dopo il tuo bellissimo commento, ho letto "Il giudice e il suo boia". Fantastico!
Non immaginavo Barlach fosse protagonista di un altro romanzo.
Devo segnarmi anche questo, per forza :)
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siti
01 Luglio, 2017
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Manuela, non lo immaginavo neanche io, quando ho letto il suo nome ho sussultato e mi sono chiesta "e che farà ora il vecchio?", vedrai...vedrai...GRANDEEE
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