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Gli assalti alle panetterie
 
Gli assalti alle panetterie 2017-06-23 03:33:21 Bruno Elpis
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    23 Giugno, 2017
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Ci sembrava di aver inghiottito il vuoto cosmico

Gli assalti alle panetterie di Murakami Haruki: un titolo di manzoniana memoria per un racconto di due episodi illustrato da Igort.

Condizione (“In ogni caso avevamo fame. Anzi, per l’esattezza, ci sembrava di aver inghiottito il vuoto cosmico”), causa (“Quanto alla causa di questa situazione, molto probabile che fosse la nostra mancanza di fantasia”) e motivazione (“Non era la fame a spingerci a fare il male, no. Il male si trasformava in bisogno di cibo per istigarci a delinquere”) inducono un giovane e il suo amico a una prima esperienza grottesca nel panificio di un melomane.

A distanza di anni dal primo assalto compiuto in gioventù (“Il fatto che ci fosse un legame tra la fame e il senso di vertigine era una scoperta”) il protagonista confessa alla moglie il ricordo della parodia di un reato (“Se è davvero una maledizione, come dici tu, cosa dovrei fare? Assaltare di nuovo una panetteria”) e il ricordo porta la coppia, in una notte metafisica, a rapinare un McDonald’s. Il bottino? Trenta Big Mac!

Mah. Sono lontani i tempi e i modi della Letteratura con l’iniziale maiuscola…
“Uscivano, sul far del giorno, dalle botteghe de' fornai i garzoni che, con una gerla carica di pane, andavano a portarne alle solite case. Il primo comparire d'uno di que' malcapitati ragazzi dov'era un crocchio di gente, fu come il cadere d'un salterello acceso in una polveriera. - Ecco se c'è il pane! - gridarono cento voci insieme. - Sì, per i tiranni, che notano nell'abbondanza, e voglion far morir noi di fame, - dice uno; s'accosta al ragazzetto, avventa la mano all'orlo della gerla, dà una stratta, e dice: - lascia vedere -. Il ragazzetto diventa rosso, pallido, trema, vorrebbe dire: lasciatemi andare; ma la parola gli muore in bocca; allenta le braccia, e cerca di liberarle in fretta dalle cigne. - Giù quella gerla, - si grida intanto. Molte mani l'afferrano a un tempo: è in terra; si butta per aria il canovaccio che la copre: una tepida fragranza si diffonde all'intorno. - Siam cristiani anche noi: dobbiamo mangiar pane anche noi…”

Giudizio finale: bulimico, pretestuoso, commerciale come un hamburger di McDonald’s

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Commenti

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Per me Murakami Haruki è stato una delusione.
In risposta ad un precedente commento
Mane
24 Giugno, 2017
Ultimo aggiornamento:
24 Giugno, 2017
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Salvo qualche sprazzo nei racconti de "L'elefante scomparso",
anche per me Murakami si è precocemente tramutato in una delusione,
cosa che peraltro mi è dispiaciuta parecchio
(tanto che leggo spesso con interesse le opinioni altrui a riguardo
per scoprire altri punti di vista o chiavi di lettura)
perchè nutrivo grandi aspettative per le atmosfere oniriche e surreali
per cui è diventato popolare.
Concordo con voi nel ritenerlo un autore sopravvalutato... Ciao!
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