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E se..
Ammettetelo: è capitato anche a voi di stare li a rimurginare infinitamente su un fatto accaduto chiedendovi "e se.." accompagnato da un'altrettanta infinita sequela di combinazioni tutte diverse, che creano orizzonti e scenari diversificati, quell'intramontabile dramma filosofico/depressivo che ha portato generazioni di giovani uomini e giovani donne ad immaginare scenari diversi rispetto ad ipotetiche decisioni diverse.
Il romanzo di Claire Dyer riflette proprio su questo, sviluppandosi come un albero ramificato a partire da un presupposto molto semplice. Fern ed Elliott stanno insieme, condividono un appartamento e frequentano l'università; un giorno litigano e Fern decide di tornare a casa dai genitori. Dopo qualche settimana torna ma trova Elliott a letto con un'altra donna e si mollano. Dopo vent'anni si incontrano per caso e nel corso della giornata decidono di incontrarsi.
L'intero romanzo si snoda su questo fatidico presente che anticipa il loro incontro, un giorno in cui entrambi riflettono su quello che è stato e sulle conseguenze che la rottura ha avuto sulle loro vite, mettendo in discussione tutta la loro esistenza fino a quel momento; è una giornata ricca di "e se..", quelli che io amo chiamare "pipponi".
"Tutto questo parlare d'amore" è un romanzo molto lento dal punto di vista dello sviluppo dell'azione, riflessivo, cadenzato ma con uno stile scorrevole, che facilita il lettore nel mantenere il filo della vicenda, che in ogni caso vede alternarsi la storia descritta dal punto di vista di Elliott e quella scritta dal punto di vista di Fern; i protagonisti sono un uomo e una donna in crisi di mezz'età, ma non sono mai stereotipati.
La chicca in tutto questo?
Il finale.
Il finale è veramente un colpo da genio del male, perché l'autrice descrive diverse prospettive che si snodano a partire dall'incontro serale organizzato dai due, e i lettori non sapranno mai quale di questi si sia avverato.
Frustante ma ganzo, lo devo ammettere, anche se alla fine della fiera il tempo perso dietro gli "e se.." sarebbe meglio impiegarlo per voltare pagina.
Una piccola nota a margine: la copertina fa cagare.