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La bussola del cuore
"Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l’ultima volta…".
Trovare per caso, in una scatola, una bellissima lettera d’amore mai spedita, ha un fascino particolare e misterioso. Ma se a scriverla è stato tuo padre, se la donna cui era destinata è un nome sconosciuto, se quattro anni fa quel padre è sparito all’improvviso senza lasciare alcuna traccia, allora questa lettera produce un brivido gelido lungo la schiena e ha il sapore acido della paura. La paura di scoprire qualcosa che possa minare i propri ricordi e le proprie certezze. La paura di non riconoscere più il proprio padre.
“Ma ero così sicura che avrei voluto sapere ogni cosa? Sarei riuscita a compatirlo? I figli desiderano veramente conoscere i genitori come persone dotate di una loro vita autonoma? Saremmo capaci di vederli com'erano davvero, prima che arrivassimo noi?”
Julia Win decide coraggiosamente di intraprendere un viaggio alla ricerca del segreto celato dietro quella misteriosa lettera. Ed è in una misera sala da tè di Kalaw, in Birmania, in un mondo così lontano dalla sua ambiziosa vita newyorkese, che incontrerà un vecchio malandato capace di raccontarle una favola, la storia di un amore speciale e incommensurabile, la storia di suo padre.
Attraverso le parole di U Ba, Julia conoscerà per la prima volta un Tin Win bambino, nato sotto l’avversità delle stelle, abbandonato dalla propria madre, cieco. E la storia del suo incontro con Mi Mi, la bellissima ragazza incapace di camminare di cui si è innamorato ascoltando il battito del suo cuore. Julia imparerà così qualcosa di impensabile. Che l’essenza delle cose può essere percepita anche senza vedere. Che le distanze si possono colmare anche senza fare passi. Perché ciò che conta davvero non sono le gambe, gli occhi o le orecchie, ma quell’organo senza nome che è dentro ciascuno di noi, "la bussola del cuore".
Quella che Jan-Philipp Sendker ci propone è una storia dolcissima, una favola buona e positiva, che ci trasporta in un mondo in cui ogni mancanza si rivela una ricchezza. È dall’unione di due invalidità che nasce un sentimento così speciale, forte, incondizionato. È nel silenzio della poverissima campagna birmana che è possibile sentire la voce di quelle cose che scorrono quotidianamente accanto alla nostra superficiale indifferenza. È nel vuoto dell’assenza e dell’attesa che si può trovare un nuovo senso alla propria esistenza.
Da leggere per ricordarsi che “ogni voce e ogni battito cela una molteplicità di sfumature e dice molte cose del corpo e dell'anima”, ma non è facile saperli ascoltare.
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Commenti
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Elena
Nonostante io sia a volte un po' prevenuta sui seguiti, sono proprio curiosa di leggere "Gli accordi del cuore". Tra l'altro, ha un'ottima valutazione sul sito e la cosa mi incuriosisce ancor di più.
Ciao,
Manu
Di solito il dolcissimo non è proprio il sapore che più apprezzo. Ma di fronte a tanta bontà e delicatezza, si rimane disarmati. Insomma, non è una storia piena di realtà, ma una bella favola.
Buona lettura!
Grazie per il commento.
Manu
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questo libro è piaciuto molto anche a me. Devo ancora leggere il seguito.
Bella recensione!!
Fede