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Dall'ombra? No dall'armadio...
“Non aveva mai osservato una famiglia, nemmeno la sua, come chi scruta al microscopio il comportamento di una colonia di microrganismi. E i risultati di quell’esame provocavano in lui stupore e confusione”.
Damián Lobo è spagnolo, ha quarantatre anni e dopo venticinque anni di lavoro, nella solita ditta, si ritrova disoccupato. Le sue mansioni non sono più necessarie e tutto quello che era il suo mondo, viene rivoluzionato.
“Mi resi conto di averlo rubato perché ero fuori di testa, perché avevo paura del cambiamento di vita che quel fatto supponeva, paura del futuro. La paura è una delle sensazioni più devastanti, ci trasforma in animali. E io avevo paura. La paura era la causa del furto e di tutto quello che accadde dopo in una strana concatenazione di eventi”.
Millás, con il suo nuovo libro “Dall’ombra”, crea un romanzo davvero originale e insolito. Se la trama può sembrare un po’ visionaria, quello che colpisce è l’argomento di base e soprattutto le peculiarità del suo protagonista.
Damián è un uomo che continuamente immagina di dialogare con il presentatore di un reality di cui lui, ovviamente, è il protagonista, un dialogo allucinante ma mai imbarazzante. Una vita passata nell’ombra che solo nella sua testa diventa invece eccezionale. Un protagonista che con questi dialoghi racconta molto del suo trascorso, cesellato di fallimenti e abbandoni, con una vita vissuta sempre dietro le quinte. Ma proprio questo “dietro le quinte” gli darà la possibilità di potersi riscattare e rimettersi in gioco.
La trama è davvero particolare e come dicevo prima, sfiora il visionario, ma lo stile ironico e per niente celato dell’autore danno un senso alla lettura. Millás critica apertamente la televisione spazzatura, parla delle problematiche infantili e adolescenziali e soprattutto racconta la disperazione che può colpire un uomo che per tutta la vita ha fatto un lavoro e, a quell’età, fra la non più giovinezza e la vecchiaia molto lontana, deve reinventarsi.
Gran parte del libro è raccontato dall’interno di un armadio, non un armadio qualsiasi, ma uno che ha una storia tutta sua.
La sensazione che mi ha accompagnato nella lettura non è stata quella della claustrofobia, ma quella di un uomo che affronta i suoi fantasmi e cerca di cacciare quella solitudine che l’ha accompagnato per tutta la vita.
Lo consiglio, anche se è un libro che va considerato nel suo insieme.
Buona lettura!
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Commenti
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Spero di essere stata chiara!
Federica
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